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Cronaca

Emiliano contrario al rientro a scuola in presenza. Ai genitori: "Io con voi al Tar se vi negano la Dad"

300mila studenti delle scuole superiori non vogliono tornare in classe. Emiliano suggerisce la didattica a distanza e il ricorso al Tar

C’era da aspettarselo. Michele Emiliano, al quale pare non vada proprio giù l’idea di non poter intervenire con una ordinanza regionale in virtù del decreto legge 111 emanato lo scorso 6 agosto (poi convertito in Legge con modificazioni) che consente ai presidenti delle regioni di derogare alle disposizioni nazionali solo quando una regione si trova in zona rossa, ha tentato l’ultima carta, con l’obiettivo presunto e non dichiarato, di convincere i genitori pugliesi a ricorrere allo strumento della dad per i propri figli.

Da ieri circola sul web la risposta inviata ieri in privato alla coordinatrice di un gruppo di genitori, pubblicato successivamente dal gruppo facebook ‘Genitori pugliesi favorevoli alla dad’ in cui il governatore della Regione Puglia sostiene che nessuno possa essere obbligato a essere esposto al rischio di contagio se esiste uno strumento, la didattica a distanza, che potrebbe ridurre questo rischio.

La Puglia è in zona bianca. Nella peggiore delle ipotesi, con i dati odierni, se la percentuale di pazienti positivi al Covid ricoverati in terapia intensiva dell’8% dovesse superare la soglia minima fissata al 10%, c’è la zona gialla. Cambierebbe ben poco, quasi nulla. L’altro parametro del 15% per i reparti di area non critica è stato superato: è del 16%.

Emiliano ha ribadito il concetto di sempre, vale a dire che "il rispetto del diritto alla salute garantito dalla Costituzione". Ergo, “è possibile per i genitori, qualora venga loro negata la dad, impugnare il provvedimento al Tar". Nel messaggio il presidente precisa che si "potrebbe costituire a favore dei genitori davanti al Tribunale amministrativo". Per Emiliano il diritto alla didattica a distanza – attualmente riconosciuto solo agli studenti fragili – spetterebbe a tutti. "Durante una pandemia globale, nessuno può essere obbligato al rischio di contagiarsi, se esiste un mezzo per ridurre il rischio. Chi non vuole prendersi il rischio non è obbligato ad andare a scuola. E la Dad riduce moltissimo il rischio di contagi” il pensiero di Emiliano.

Nel frattempo in Puglia e in provincia di Foggia i sindaci si sono organizzati diversamente (leggi qui). Notizie confortanti arrivano da Poggio Imperiale, dove ieri mattina sono stati effettuati i tamponi antigenici sugli alunni della scuola primaria e secondaria. I tamponi effettuati sono stati 77 su una popolazione scolastica di 154. Un solo positivo al test rapido.

A Carpino, su una popolazione scolastica di 430 studenti, sono stati effettuati 217 tamponi (il 50%). Sono state riscontrate dodici positività: quattro casi al liceo scientifico di cui tre nelle 5^, “che va a didattica a distanza”. Un caso invece nella 4^ B. 47 tamponi su 105 studenti. Alle scuole medie su cinquanta tamponi su 100 studenti, sono risultati positivi quattro studenti, due nella 1^, uno nella 3^ e uno nella 2^B. “Ci sarà la dad forzando la mano ma in via del tutto precauzionale”. E ancora, sessanta tamponi su 134 bambini nella primaria: due positivi ma in classe differenti. “Molto probabilmente per la 1^ e la 3^ il dirigente scolastico adotterà la dad”. Al liceo sono stati processati 47 tamponi su 105 studenti. Per la scuola dell’infanzia 10 tamponi negativi su 71 bambini. Venticinque tamponi su 127 del personale docente: due i positivi. E’ del 5,5% il tasso della positività nella comunità scolastica. Negativi gli studenti sottoposti al test all’infezione dell’indirizzo informatico e del serale.

Cresce in Puglia e in Italia anche il fronte del corpo studentesco contrario al rientro in classe: sono quasi 300mila – pari al 92% - gli alunni delle scuole superiori che preferirebbero la didattica a distanza fino alla fine di gennaio. E' quanto emerge da un sondaggio lanciato mercoledì scorso da una studentessa 17enne rappresentante d'istituto del liceo linguistico Ettore Palumbo di Brindisi. “Abbiamo paura di portare il Covid a casa”.


 

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