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Cronaca Mattinata

La mamma di Armiento: "Adesso so chi è l'assassino di mio figlio Francesco"

Il pm Giovanni Gallone del Tribunale di Foggia ha richiesto l’archiviazione e la restituzione degli atti per il presunto autore dell’omicidio del giovane

“Adesso io so. So che è l’assassino di mio figlio Francesco. So chi si è macchiato le mani di sangue, e so perché a mio figlio è stata strappata la vita”. Le certezze che Luisa Lapomarda - madre di Francesco Armiento, scomparso due anni fa da Mattinata - mette nero su bianco in una delle tante lettere indirizzate all’assassino del figlio, non trovano però conferme nei Tribunali. Che, al contrario, registrano un nulla di fatto. Il pubblico ministero Giovanni Gallone del Tribunale di Foggia, infatti, ha richiesto l’archiviazione e la restituzione degli atti per il presunto autore dell’omicidio del giovane, ennesimo caso di lupara bianca sul Gargano.

“Non vi sono elementi sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio”, si legge nella richiesta di archiviazione. Nonostante una “complessa attività di indagine sostanziatasi anche nello svolgimento di operazioni di intercettazione (telefoniche e tra presenti), nell’ascolto di persone informate sui fatti e nell’inoltro di rogatorie internazionali per l’acquisizione di dati informatici”, non è stato possibile "né il ritrovamento del corpo di Armiento, né la certa individuazione dei responsabili della sua scomparsa”.

Le indagini si sono concentrate su un amico fraterno dell’indagato, “ultima persona ad averlo visto in vita”. Per il pm, la sua versione dei fatti, circa quell’ultimo incontro, “presenta numerose zone d’ombra”. “Dette incongruenze paiono accentuate dall’emersione in corso di indagini di un possibile movente passionale legato ad avance (risultanti dalla messaggistica istantanea del social network whatsapp)” che Armiento avrebbe fatto nei confronti di una donna del posto.

Si tratterebbe, si legge nel documento, di “messaggi dal contenuto equivoco e che lasciano intendere l’esistenza di un flirt tra i due”. Un altro elemento importante, emerso dall’analisi del traffico telefonico della vittima, è costituito da una telefonata (fatta in modalità ‘anonimo’) che Armiento ha effettuato alcuni giorni prima della sua scomparsa alla centrale operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri “denunciando la detenzione da parte dell’amico di armi da sparo; perquisizione che sortiva esito negativo”.

Nonostante gli elementi emersi, il pm si è così pronunciato: “Una simile piattaforma indiziaria, in assenza di ulteriori elementi obiettivi a suffragio, spinge a formulare una prognosi necessariamente infausta circa la tenuta dell’accusa in dibattimento”.

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