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Cronaca

La mafia si è infiltrata a Palazzo di Città e ha condizionato l'attività del Comune

Ieri, 5 agosto 2021, il Comune di Foggia è stato sciolto in considerazione delle accertate forme di condizionamento dell’amministrazione locale da parte di organizzazioni criminali. Libera: "Scioglimento sia punto di svolta per l'intera collettività"

Ieri, 5 agosto il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese - in considerazione delle accertate forme di condizionamento dell’amministrazione locale da parte di organizzazioni criminali racchiuse nella commissione d’accesso agli atti insediatasi nel marzo scorso a Foggia, consegnata al prefetto a fine luglio e inviata da Carmine Esposito al ministero dell’Interno nei giorni successivi - a norma dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha deliberato l’affidamento a una commissione straordinaria della gestione del Comune di Foggia (già sciolto in seguito alle dimissioni dell'ex sindaco Franco Landella).

LA RELAZIONE: I MOTIVI DELLO SCIOGLIMENTO

D’ora in poi sarà la commissione straordinaria composta dall’attuale commissario prefettizio Marilisa Magno, dal viceprefetto Rachele Grandolfo e dal dirigente Sebastiano Giangrande, ad occuparsi delle sorti di Foggia per almeno i prossimi 12 mesi. Il decreto di scioglimento conserva infatti i suoi effetti per un periodo da dodici mesi a diciotto mesi prorogabili fino ad un massimo di ventiquattro mesi in casi eccezionali. 

Come riporta l’Ansa, dalle indagini conseguenti ai fatti corruttivi, trasparirebbe un quadro inquietante della realtà amministrativa dell'Ente, "che attesta uno sviamento del munus pubblico in favore degli interessi della criminalità organizzata". E ancora, che tra gli episodi contestati ci sarebbero frequentazioni, parentele e legami affettivi da parte di alcuni consiglieri comunali con esponenti locali della criminalità organizzata.

Quindi, che al centro delle presunte pressioni e infiltrazioni mafiose ci sarebbero appalti legati al sistema di videosorveglianza, l'assegnazione di case popolari ad affiliati ai clan e l'assenza di certificati antimafia per alcune imprese che hanno gestito servizi pubblici.

Questo il presidio di Libera del capoluogo dauno: “Ci aspettavamo la notizia dello scioglimento del comune di Foggia per infiltrazioni mafiose. Eppure, leggere nero su bianco l'ufficialità di questo evento ci fa percepire appieno la gravità della situazione in cui la nostra comunità è precipitata. Quello di Foggia è il secondo comune capoluogo di provincia sciolto per mafia nella storia della Repubblica, e il quinto nella provincia di Foggia, nel giro di pochi anni, dopo Monte Sant'Angelo, Mattinata, Manfredonia e Cerignola. Consapevoli della drammaticità della notizia, perché segna lo scioglimento del massimo organo di rappresentanza cittadina a causa delle infiltrazioni della criminalità organizzata di stampo mafioso, crediamo che questo possa e debba essere un punto di svolta per l'intera collettività. Un'opportunità per fare finalmente chiarezza sulle dinamiche del nostro territorio e per orientare la nostra riflessione e il nostro agire concreto. Per una città libera dalla mafia e dai gravi condizionamenti che essa determina e che ne impediscono uno sviluppo equo e giusto.

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