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Cronaca

La 'Sagra del Pancotto' finisce in Tribunale, l'artista Antonio Romano contro la Pro Loco di Foggia: "Mi ha umiliato"

Il caso della Fashion Time, esclusa dall'evento a meno di dieci giorni dall'inizio. Romano da due mesi stava lavorando all'organizzazione di una sfilata di moda contestuale alla sagra

Rischia di finire a carte bollate la terza sagra del Pancotto&Vino organizzata dalla Pro Loco di Foggia per i prossimi 18-19-20 ottobre. A trascinare in Tribunale il suo presidente, Giuseppe Croce, potrebbe essere l'artista mobile Antonio Romano (nome d'arte di Antonio De Stefano), responsabile della ‘Fashion Time’, agenzia di moda che da oltre quarant’anni si occupa di eventi di questo genere in città. Romano oggi tuona: “Croce è uno scorretto, inadeguato a svolgere quel ruolo ed arrogante”.  

Ma cosa è accaduto? La Fashion Time avrebbe dovuto partecipare alla terza edizione della sagra di cui sopra. Da oltre due mesi Antonio Romano è al lavoro con l’organizzazione della kermesse “Di Moda vi vorrei narrar”, inclusa nel programma della manifestazione. Almeno una decina le aziende coinvolte, foggiane e non, 12 tra indossatori e indossatrici che da due mesi fanno la spola per organizzare e provare, diversi gli sponsor coinvolti e i denari cacciati di tasca propria da Romano. Il tutto a titolo gratuito per la Pro Loco, che avrebbe dovuto fornire l’impianto necessario alla serata.

Ma, a meno di dieci giorni di distanza dall’evento, a Romano viene comunicato che niente, non se ne fa più niente. Chiuso. Fine. E neanche con comunicazione formale, magari recante le motivazioni dell’esclusione. No. Silenzio. Stando a quanto racconta Romano, sarà solo una sua telefonata di qualche giorno fa allo stesso Croce finalizzata a chiedere delucidazioni sull’esclusione della sfilata dal programma completo della sagra a fargli apprendere la cattiva notizia. “Pensavo si trattasse di un refuso, di una svista, e chiamo il presidente per comunicarglielo. E’ solo in quel momento che scopro che non era affatto una svista ma una precisa cancellazione dell’evento”. “Croce mi dice che non se ne sarebbe fatto più niente perché la Pro Loco non aveva più i soldi (circa 300 euro, ndr) per garantire l’impianto necessario quella sera. E pertanto aveva deciso di sua sponte di cancellarlo con un tratto di penna. Senza neanche darmi comunicazione della cosa”. “Cioè – aggiunge Romano-, stiamo parlando un’associazione di sviluppo locale e culturale riconosciuta e istituzionalmente legittimata ad operare, che dovrebbe essere seria, che dovrebbe assumere decisioni collegiali, che dovrebbe redigere un programma serio e rispondere in maniera seria agli impegni presi con me e con la città, con le aziende coinvolte, con gli indossatori, con gli sponsor, con i cittadini che attendevano la kermesse! Il torto non è tanto a me ma al nome stesso della Pro Loco che quest’uomo, con fare arrogante, infanga! E non è la prima volta”. “Come si può mancare di rispetto con tanto snobismo e nonchalance a coloro che si sono impegnati in questo evento? Ai commercianti? Ai ragazzi pronti a sfilare? Qui c’è lavoro, professionalità, dispendio di denaro, energie e nome!”. Questa la versione di Romano. Ed è proprio il danno di immagine che non gli va giù, per il quale sta valutando di adire le vie legali. "Sono stato umiliato. E con me tanta gente onesta e professionale. Sono anni che lavoro in questo campo a Foggia, non mi è mai capitata una cosa così". 

“Ora io, a meno di dieci giorni dall’evento, devo comunicare a tutti coloro che con me hanno collaborato che abbiamo scherzato. Che era tutta una barzelletta. Ma la Pro Loco può consentirsi di operare così sul territorio in cui opera, offendendo cittadini e operatori economici?” tuona ancora Romano.

Non è la prima volta che Giuseppe Croce compare sulla cronaca cittadina. Qualche anno fa finì sul banco degli imputati per la “boutade” dell’arrivo dell’artista internazionale Justin Bieber in città, fake news giunta alle cronache nazionali. Anche in quel caso ne furono chieste le dimissioni. Cosa che esorta a fare anche Romano.

“Ovvio che con questa Pro Loco non lavorerà mai più. Anche perché non è la prima volta che Croce si comporta così. Già tre anni fa mi negò l’impianto a mezz’ora dall’evento. Non so davvero come faccia a stare lì, a ricoprire quel ruolo di rappresentanza. Se stavolta avesse avuto la correttezza di comunicarmelo, avrei potuto anche pensarci io. Invece nulla, cancellata la sfilata con un tratto di penna. Mi chiedo a questo punto quali siano le vere motivazioni. Resta – conclude- lo sconforto di un soggetto inadeguato e scorretto, che ha scambiato il ruolo di presidente con quello di arrogante capetto”.

Ove Croce volesse dare spiegazioni siamo qui a disposizione. Anche perchè è sempre utile spiegare alla città, presso la quale ci si accredita, come si possa cancellare un evento che ha visto impiegati soldi e persone così, in maniera fulminea. A pagarne lo scotto è l'immagine stessa della Pro Loco. Oltre che di coloro che, a partire dalle istituzioni, sponsorizzano o patrocinano l'evento (per la sagra è giunto anche quello della Regione Puglia).

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