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Cronaca Roseto Valfortore

"Siamo isolati da sei giorni". Sindaco segnala pericolo ma le sbarrano l'accesso senza alternativa: "Non si può chiudere così"

La rabbia di Lucilla Parisi in perenne lotta per rivendicare il diritto alla mobilità dei suoi concittadini: "Avrebbero potuto far lavorare la ditta nei giorni festivi, considerata l'urgenza, ma niente". Appello al Prefetto Raffaele Grassi

Roseto Valfortore è isolata da sei giorni. La strada d'accesso, la famigerata Sp130, per anni emblema della viabilità provinciale colabrodo sui Monti Dauni, sottoposta a interventi di adeguamento e messa in sicurezza dal mese di settembre, è stata chiusa al traffico. Il 28 aprile, il sindaco Lucilla Parisi aveva segnalato alla Provincia di Foggia una situazione di pericolo nel tratto Monte Crocione-Alberona, uno smottamento abbastanza profondo: una volta tagliata la scarpata per l'intervento di consolidamento, la strada ha ceduto ancora di più. Due giorni dopo, è arrivata l'ordinanza del dirigente del settore Viabilità della Provincia Emanuele Bux che ha interdetto il traffico veicolare dal cimitero di Alberona fino al Crocione, consentendo il transito ai soli residenti e frontisti, a proprio rischio e con l’obbligo di procedere con estrema cautela e alla velocità massima di trenta chilometri orari.

Il sindaco non ci ha visto più e ha scritto al prefetto Raffaele Grassi e al presidente della Provincia Nicola Gatta. "Non volevo arrivare a questo sinceramente, mi ci hanno costretta, perché le risposte che mi hanno dato mi hanno fatto rabbia. Comprendo il pericolo, ero stata io a segnalarlo, ma questo non significa chiudere una strada senza creare un'alternativa - afferma il sindaco Lucilla Parisi - Prima individui l'alternativa e poi mi chiudi la strada. E considerato che è urgente, nei tre giorni, che sono stati festivi, da venerdì 1 maggio a domenica, avrebbero potuto far lavorare la ditta, per dare la possibilità ai residenti di uscire e ai forestieri di venire. Un'ambulanza o il corriere, nel caso un commerciante facesse un ordine, devono poter arrivare qui".

Sconsigliato dal sindaco il percorso (a ostacoli) alternativo, la strada provinciale 129, anche quello disseminato di pericoli: "Le macchine vanno per Biccari ma con grosso rischio perché anche lì c'è stata una frana a due chilometri dal paese, e sicuramente persone estranee non verranno mai da quella strada. Sono cose che predichiamo da anni".

Siamo alle solite, con l'aggravante del Covid. Ferrigna come sempre, la sindaca di uno dei Borghi più belli d'Italia, in perenne lotta per rivendicare l'elementare diritto alla mobilità dei suoi compaesani, imputa il peccato originale sempre alla Provincia. "Alla strada provinciale 130 doveva essere data priorità assoluta, e invece no. Abbiamo avuto un inverno mite, la ditta poteva lavorare tranquillamente e non lo ha fatto. Ha ripreso una settimana prima del lockdown. Hanno tutti i torti. Rivangare il passato non serve e allora troviamo una soluzione: io ti chiamo, tu mi chiudi la strada, e addirittura me la sbarri. Un signore anziano era arrivato da Lucera al Crocione, a cinque chilometri da Roseto, quando stavano ancora mettendo le transenne e non lo hanno fatto passare. Ha dovuto fare marcia indietro per arrivare a Tertiveri e girare per Biccari".

Sulla definitiva messa in sicurezza della strada provinciale il sindaco Parisi è ancora scettica: "Mi voglio augurare che i lavori terminino al confine e non qui a ridosso del paese, venendo da Lucera. Mi era stato detto che il progetto era già pronto e invece ho appreso che lo stanno predisponendo adesso. Siamo andati a settembre da Nicola Gatta in Provincia con i rappresentanti dei cittadini, le varie associazioni, e ci era stata detta una cosa dopo due ore di discussione abbastanza accesa, dopodiché rimanemmo che ci saremmo aggiornati a novembre, e da allora non è stato più possibile incontrarlo. Non chiedo miracoli, ma un intervento straordinario per rendere transitabile anche il tratto di strada che unisce il paese al confine campano, finché non ci sono economie rivenienti dalle gare, perché la provinciale per Castelfranco adesso la faranno. È una storia infinita - conclude amareggiata Lucilla Parisi - Se abitassero loro qui, forse si renderebbero conto".

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