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Cronaca Cep / Via Giuseppe Parini

Reperti archeologici in via Parini: rinvenuta sepoltura di infante

Proseguono i lavori per la costruzione della Cittadella dello Sport dell'Ati Silvia. Muntoni: "Nessuna compromissione. Anzi, occasione per valorizzare". Pronta carta dei beni archeologici

Un tipico compound, una struttura ipogea, due tratti di tre fossati di recinzione e - all’interno di uno di questi - l’elemento più significativo: la sepoltura di un infante di pochi anni d’età, rannicchiato sul lato destro, di cui si può scorgere il capo, con accanto un piccolo ciottolo ricoperto d’ocra, forse l’ultimo dono dei genitori al loro figliolo. Sono le risultanze archeologiche che affiorano dagli 11 saggi di scavo compiuti negli ultimi tre mesi in via Parini, tutti riferibili al villaggio neolitico di Masseria Pantano, che continua evidentemente ad arricchirsi di elementi di indubbio valore storico-archeologico.

E tutti a ridosso del cantiere dell’Ati Silvia, sotto il quale (o nel cui perimetro), invece, le indagini condotte dall’Archeologica srl dell’Università di Foggia sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Archeologici e Culturali avrebbero dato esito negativo, permettendo così alla ditta di Trisciuoglio e soci di proseguire nella costruzione, in quell’area, della Cittadella dello Sport e della Cultura. Un megaprogetto da milioni di euro per la realizzazione, in quell’area, di strutture sportivo-culturali ed alloggi di edilizia pubblica e residenziale che numerose polemiche ha scatenato in archeologi ed ambientalisti che temono che, in nome del “dio cemento” e della perenne emergenza abitativa a Foggia, possano esser sacrificate e deturpate in città siti di enorme rilevanza storica.

Reperti archeologici via Parini: foto scavi

Fu proprio una segnalazione del Centro Studi Naturalistici alla Soprintendenza a far partire una campagna d’indagine. Ed oggi le prime risultanze dicono che di materiale storico, da studiare e georefenziare, ce n’è eccome. E dunque che i detrattori non avrebbero tutti i torti, anzi. Ma l’interesse archeologico è a ridosso del cantiere ed i lavori dell’Ati Silvia non comprometteranno nulla. Al contrario: il materiale rinvenuto sarà ben integrato e valorizzato all’interno del nascente Parco Urbano. A garantirlo oggi a Palazzo di Città, nell’incontro voluto dall’assessore all’Urbanistica Luigi Fiore e al quale ha partecipato anche il rettore Giuliano Volpe, lo stesso responsabile alla sorveglianza dei lavori per la Soprintendenza, dott. Italo Muntoni, che ha illustrato nel dettaglio quel parere di competenza, di cui aveva dato notizia Foggiatoday, inviato nei giorni scorsi all’amministrazione comunale sui risultati degli scavi condotti. La sorveglianza, tuttavia, resta alta. E la ditta - rappresentata oggi al tavolo da Giovanni Trisciuoglio - continuerà a lavorare a stretto contatto con la Soprintendenza e l’Università di Foggia, accollandosi le spese degli interventi da effettuare.

Ed è stata proprio la grande ricchezza celata nel sottosuolo foggiano a portare l’amministrazione comunale a decidere di dotarsi di una Carta dei Beni Archeologici e Culturali, che sarà redatta in collaborazione con l’Università di Foggia sulla falsariga della Carta già elaborata e collegata al Piano Paesaggistico regionale, e che sarà parte integrante del nascente Piano Urbanistico Generale.Non si può tutelare e valorizzare senza conoscere“ ha detto Volpe, facendo riferimento alla ricchezza di elementi già censiti e goreferenziati sul territorio comunale, in stretta cooperazione con il Comune: 295 beni complessivi, 191 siti archeologici in 173 luoghi, di cui 83 risalgono al neolitico, 90 sono di età romana e prevalentemente rurali, 16 di età medievale.

Come già avvenuto per la mappatura degli ipogei, risultata dal programma che il Comune sta conducendo con l’Autorità di Bacino della Puglia, la ricognizione della Carta dei Beni culturali promette che i beni censiti possano raddoppiare. «Il nostro patrimonio è vasto e diffuso – ha aggiunto Volpe – gli ipogei urbani sono risultati essere 643 e, nella sola Segezia, si osservano tracce di 4 chiese paleocristiane. Un dato, quest’ultimo, significativo anche per la riqualificazione della borgata che è tra gli obiettivi del PUG”.
 

 

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