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Cronaca

Si sfiora la rissa in Chiesa, zuffa tra parrocchiani e neocatecumenali (che vogliono la corona misterica): "Giù le mani dal crocifisso"

La croce non si tocca, nervi tesi nella chiesa di Sant'Antonio da Padova a Foggia. Sfiorata la rissa. La Corona Misterica "opera non gradita. Il parroco propone un referendum, bocciato dal Comitato Giù le mani dal Crocifisso.

Nella chiesa di Sant’Antonio da Padova di via Smaldone a Foggia stavano arrivando alle mani. Lunedì sera si è sfiorata la rissa. Il Cristo con una mano libera dai chiodi perché ha vinto la morte ora sembra intimare l’alt, fermi tutti, davanti a una incredibile bagarre divampata in un luogo sacro, ai piedi della croce.

Non c’è feeling tra la comunità parrocchiale e il movimento neocatecumenale, gruppo che segue un diverso percorso spirituale, seppure inquadrato nel cattolicesimo e nella formazione cristiana. I nervi sono tesi, gli animi esacerbati. Dopo due anni, si ripropone la Corona Misterica della discordia, progetto iconografico di dieci metri per dodici, che spodesta il crocifisso.

Un centinaio di fedeli hanno partecipato all’assemblea pubblica convocata dal parroco, Padre Roberto Nesta, che percepiti i malumori ha provato a cercare un compromesso. Ha proposto un referendum, bocciato sonoramente dal Comitato Giù le mani dal Crocifisso.

Secondo quanto riferito ai parrocchiani, il costo dell’opera si aggirerebbe intorno ai 60mila euro, con l'aggravio delle spese di montaggio. “Il Mistero non si riduce alla morte”, ha replicato il frate francescano, nel tentativo di convincere i parrocchiani dell'opportunità di adottare altri simboli e inserire la grande pala d'altare. Quando l’assemblea è agli sgoccioli, volano parole grosse, le luci si spengono ma il parapiglia continua fuori. Fra' Roberto si ritira nelle sue stanze, poi esce per riprendere i fedeli. Cose dell'altro mondo. 

Domenica, dopo la messa, era partito il volantinaggio del Comitato spontaneo "Giù le mani dal crocifisso", ripristinato in tutta fretta non appena circolata la voce degli imminenti lavori. Nella nota informativa distribuita si leggeva: "A qualche tempo di distanza dal tentativo finito male di imporre un'opera non gradita, non condivisa dal consiglio preposto e per di più molto costosa, il parroco, con la benedizione di non si sa bene chi, torna a parlare di rimuovere/spostare il crocifisso dalla sua sede a favore di un'opera pio sogno di pochi eletti". Il volantino scoraggiava le offerte dei fedeli durante la celebrazione. "L'opera stride fortemente con l'architettura minimalista della chiesa edificata ispirandosi alla Cappella di Notre-Dame du Haut di Le Corbusier". 

Il crocifisso dovrebbe essere rimosso dal centro dell'abside per lasciare spazio alla Corona Misterica con le icone di Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale. È complicato immaginare una diversa collocazione della croce, considerato il suo peso. La chiesa è opera del progettista Davide Pacanowski, allievo del maestro del Novecento Le Corbusier.

La Commissione di Arte Sacra e di Beni Culturali (composta da mons. Antonio Sacco, Vicario Episcopale del Settore Culto, Giovanni Frisenna, Direttore dell’Ufficio Liturgico e Santificazione, Maria Concetta Fuiano, consulente, e dall'architetto Antonio Ricci, Direttore dell’Ufficio Tecnico e per i Beni Culturali ed Ecclesiastici) nel dicembre 2018 ha formulato una serie di osservazioni: "Bisogna domandarsi se il grande dipinto (10 mt×12 mt) non distolga l’attenzione dal naturale centro della celebrazione che è l’altare. Inoltre va considerato che lo sfondo dorato dell’icona, diventerebbe il colore predominante dell’abside. Il rischio maggiore potrebbe essere quello di far cadere in secondo piano l’altare". 

La struttura architettonica, destinata all'Ordine dei Frati Minori, è caratterizzata da tratti essenziali e linee semplici e da una copertura a guscio. La Commissione dell'Arcidiocesi di Foggia-Bovino ha rilevato, inoltre, che "nel tempo sono stati realizzati numerosi interventi occasionali, molti dei quali compiuti a gusto personale senza richiedere né il permesso, né tantomeno il parere a questa Commissione e all’Ordinario Diocesano. Si pensi al ciclo di icone (battistero, tabernacolo, san Francesco, santa Chiara) e alla collocazione della statua della Vergine Maria in una nicchia. In questo modo si è caduta in quella frammentarietà e disorganicità dell’apparto iconografico dell’aula liturgica che la normativa CEI chiede di evitare".

L'autorevole parere - negativo - della Commissione Diocesana, non vincolante considerato che ci sarebbe il benestare del Vescovo, conforta la tesi dei parrocchiani, convinti che lentamente la chiesa sia stata smantellata per lasciare spazio ai simboli neocatecumenali. Tant'è che il Comitato Giù le mani dal Crocifisso è nato per la salvaguardia di tutte le opere architettoniche e artistiche della Chiesa. La comunità parrocchiale è convinta che il progetto finale preveda la trasformazione della chiesa in una tenda neocatecumenale. 

Le parole del parroco, che ha ripetuto "Non c'è democrazia nella Chiesa", hanno contribuito ulteriormente a contrariare i fedeli, che si sono svegliati amareggiati con questa frase in testa. La Chiesa non è sicuramente democrazia, è ben più che democrazia è la loro risposta. "Non confondiamo l'obbedienza, soprattutto quella francescana, col sottostare acriticamente a qualsivoglia autorità della Chiesa". I fedeli sono arrivati anche a invocare le dimissioni del parroco, il suo sogno non è il loro: "Deve domandarsi se non stia diventando forse lui stesso una presenza scomoda". 

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