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Cronaca Faeto

Faeto: chiesto rinvio a giudizio per il sindaco. Cocco: "Il Comune si costituisca parte civile"

Il commento del capogruppo di "Faite": "E' un fatto assai grave, senza precedenti, giacché attiene a profili, penalmente rilevanti, commessi con l'abuso della carica pubblica rivestita"

Lunedì 30 giugno si terrà, davanti al GUP presso il Tribunale di Foggia, Alberto Dello Iacovo, l’udienza preliminare, in merito alla richiesta di rinvio a giudizio, avanzata, invero, già alcuni mesi fa dalla locale Procura della Repubblica, nei confronti di Antonio Melillo, attuale sindaco del piccolo centro preappenninico, al quale si contesta la violazione degli articoli 56 e 323 c.p.

La Procura, infatti, addebita a Melillo il fatto di aver conferito, con propria delibera, per conto del Comune di Faeto, un incarico allo studio legale associato MP (Marella- Paparella) di Capurso, di cui fa parte l’avv. Angela Marella, figlia dell’ex sindaco di Faeto Antonio Marella, e cugina diretta della moglie del sindaco Melillo, Iannelli Alessandra .

 L’avv. Marella Angela, nel suddetto procedimento penale, è imputata per il reato di Falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.

 La vicenda ha preso l’avvio da una circostanziata e dettagliata denuncia, prodotta a novembre 2012 dal dott. Giuseppe COCCO, ex Sindaco del centro appenninico ed attualmente Capogruppo del gruppo consiliare “FAITE “in Consiglio comunale.

 “La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura della Repubblica di Foggia nei confronti del sindaco Melillo – spiega il dott. COCCO –sposa in pieno le tesi da me esposte nella denuncia che ha dato origine alle indagini: è comunque un fatto assai grave, senza precedenti, giacché attiene a profili, penalmente rilevanti, commessi con l’abuso della carica pubblica rivestita“ .

Ho già chiesto formalmente – continua il dott. COCCO -  che il Comune di Faeto si costituisca parte civile nel procedimento penale contro il sindaco Melillo, per difendere l’immagine dell’Amministrazione comunale dai danni rivenienti dalla condotta criminosa, così come contestata al Melillo dalla Procura.

Al di là dell’aspetto giudiziario, in tutta evidenza certamente deflagrante - puntualizza ancora l’ex sindaco-preme evidenziare il particolare atteggiamento del Melillo, che non mi risulta abbia inteso portare a conoscenza, delle sue gravi vicende giudiziarie, il Consiglio comunale, organo sovrano, che avrebbe avuto tutti i diritti di adottare adeguati ed opportuni provvedimenti in proposito.

Per semplici avvisi di garanzia – prosegue Cocco – molti amministratori, immediatamente, provvedono a rassegnare le dimissioni.

Nel caso di Melillo, ci troviamo di fronte ad una richiesta, espressa e motivata, di rinvio a giudizio, avanzata dalla Procura della Repubblica, per una ipotesi di reato talmente rilevante che, anche in caso di condanna solo di primo grado, prevede la sospensione immediata dalla carica ricoperta.

Spero – conclude l’ex sindaco – che non si arrivi a tanto: basta solo un piccolo gesto, una semplice firma”.

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