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Cronaca Troia

Sindaco fa arrabbiare la Diocesi: chiede autorizzazione alle processioni anche sui social. "Grave scortesia personale e istituzionale"

La diocesi Lucera-Troia risponde al sindaco Leonardo Cavalieri, che aveva chiesto, pubblicando la lettera anche su Facebook, l'autorizzazione alle processioni dei santi patroni per il 18, 19 e 20 luglio.

La Diocesi Lucera-Troia risponde al sindaco Leonardo Cavalieri che il 6 luglio aveva indirizzato una lettera a mons.Giuseppe Giuliano, al quale aveva chiesto - pubblicando la richiesta anche su Facebook - il permesso per l'uscita in processione delle statue dei santi protettori per il 18, 19 e 20 luglio, garantendo tutte le accortezze e le misure anti Covid. "Saremmo più attenti che nelle feste calcistiche" aveva ironizzato su Facebook il primo cittadino, aggiungendo che "dopo tutto ciò, credo sia giusto tornare a vivere anche le nostre espressioni di fede religiosa come sempre abbiamo fatto".

"Equiparare – anche solo a mo’ di esempio – un corteo di tifosi di calcio ad una processione liturgica è un’offesa alla intelligenza, alla religiosità e alla devozione popolare" la replica piccata della diocesi, al quale probabilmente non è andata giù la condivisione della lettera del sindaco sui social: "Che senso avrebbe una processione - segno del popolo di Dio in cammino verso la patria del cielo, accompagnato dai Santi protettori – senza l’attiva partecipazione del popolo credente e fedele?"

Nella richiesta inoltrata al vescovo, il primo cittadino precisava che "la popolazione potrà partecipare al sacro rito, esclusivamente, in maniera statica" e che "un servizio d'ordine preposto" avrebbe controllato l'applicazione delle regole e delle misure anti-covid-19.

La diocesi ci va giù dura: "A parte la grave “scortesia” personale e istituzionale che non fa certo onore a chi l’ha promossa e sostenuta, si ribadiscono le disposizioni della Conferenza Episcopale Pugliese (Cep) che vietano ancora per quest’anno le processioni anche in forma estemporanea. Tali disposizioni sono pienamente condivise dalla Prefettura di Foggia, interpellata a tal riguardo dall’eccellentissimo segretario della Cep. Non si comprende, altresì, la difficoltà, se non proprio la testardaggine, nel recepire l’intento dell’autorità ecclesiastica che è esclusivamente quello di tutelare la salute del popolo, ancora minacciato dalla non finita pandemia. Le tradizioni del popolo troiano stanno molto a cuore a monsignor Vescovo che, in più occasioni e senza paura di assumere sensate responsabilità, ha avuto modo di manifestare la sua considerazione verso la città, le autorità (civili e religiose) e la popolazione di Troia"

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