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Cronaca Carlantino

"Nessuna crudeltà". La Tur27 si difende dalle accuse di Vincenzo. "Volontario mai messo fuori (non essendo dipendente)"

Il legale rappresentante si difende dalle accuse: "Sempre agito in piena trasparenza e nel rispetto della legge". Precisazioni anche sui rimborsi: "Vengono puntualmente eseguiti, previa dimostrazione delle spese sopportate"

L'associazione di volontariato T.u.r.-27 di Troia, nella persona del suo legale rappresentante Renato Frisoli, per il tramite dell'avvocato Antonio Lacerenza, replica alle dichiarazioni rilasciate dall'autista soccorritore del 118 Vincenzo Virgilio, che ha prestato servizio in qualità di volontario fino a marzo presso la postazione di Carlantino, assistito dall'avvocato Giovanni Marseglia, e pubblicate il 30 aprile nell'articolo dal titolo "Oggi con tre figli mi ritrovo per strada". Vincenzo, l'autista del 118 sostituito per "colpa" del virus: "È crudele".
Riportiamo integralmente la replica ai sensi dell'articolo 8 della legge 47/1948.

"Con riferimento all'articolo pubblicato e che riporta unicamente la versione fornita dal sig. Virgilio Vincenzo, per il tramite del suo legale di fiducia, la stessa è manifestamente infondata in fatto ed in diritto, oltre che non provata, distorta e distorcente della realtà fattuale.

Il sig. Virgilio ha detto e ripetuto per tutto l'articolo che egli è stato un socio volontario, e come tale egli stesso ha riferito di non essere un lavoratore subordinato, non avere un vincolo di orario e né di eterodirezione, per cui il riferimento che lui stesso fa di una sedicente "promessa" che avrebbe fatto "il governatore Emiliano [...] che sarebbe passato tutto a Sanitaservice" è e resta una illazione degna di attenzione della Magistratura, in quanto non si riesce a credere, come in effetti non si crede che il Governatore vada a fare simili promesse in giro, anche se si è in clima pre elettorale...

Posto che tali presunte aspettative politiche nulla hanno a che vedere né con l'attività di volontariato che questi svolgeva, e né con l'associazione presso cui prestava attività, esse sono sicuramente fuori dal quadro normativo di riferimento, posto che il Virgilio non essendo dipendente non è stato "messo fuori" da nessuno (!), né lo si è mai lontanamente pensato, per cui non si comprende di quale "crudeltà" l'associato va parlando.

Altra affermazione gravissima riportata è che lo stesso Virgilio pur avendo candidamente affermato di essere venuto in contatto "con due positivi Covid", ritiene di essere stato corretto nell'avere avvertito l'Associazione che si poneva in "autoquarantena", dimenticandosi che i vari Dpcm (dall'8 marzo 2020 in poi) hanno fatto obbligo di procedere all'isolamento fiduciario volontario per chiunque fosse entrato a contatto con persone contagiate (!), per cui non si è trattato di correttezza ma di obbligo di legge, al punto tale che se fosse andato in giro avrebbe avuto contro gli strali del codice penale.

Altra mastodontica falsità, al limite della calunnia, tra le tante che si sono lette nell'articolo, è il fatto di avere subordinato il rimborso spese alla riconsegna della divisa di proprietà dell'Associazione.

Dimentica il Virgilio, che la restituzione in via bonaria di beni d'altri, prima che essere una questione di buona educazione, è un obbligo di legge, se tale possesso è legato all'espletamento di un servizio, come quello da lui fornito come volontario, mentre la presunta inadempienza dell'Associazione è frutto della sua stessa palese scorrettezza e malafede, e gli serviva tanto per montare il caso "crudele", in quanto è arci-noto a costui ed agli associati, che da sempre i rimborsi vengono puntualmente eseguiti, previa dimostrazione delle spese sopportate, ma avendo il Virgilio omesso, anche tramite il proprio legale, di fornire all'Associazione la documentazione in suo possesso, ciò ha reso difficoltoso il rimborso, per cui quanto prima il Virgilio produce ciò che ha in suo possesso, e prima sarà rimborsato: tanto accade da sempre, e per tutti (!).

Ovviamente commette il reato di appropriazione indebita detenere la divisa dell'Associazione e quant'altro da questa ricevuto, ma ciò non è "crudele", ma appare "normale" nell'ottica autolesionistica e diffamatoria del Virgilio.

In punto finale, le denunce che il Virgilio ha ritenuto di fare, interessando chiunque, rientra nei suoi diritti, ma rientrerà negli identici diritti dell'Associazione difendersi, e del caso, proporre azioni risarcitorie in caso di infondatezza e di temerarietà della domanda, poiché evidente che l'Associazione ha agito in piena trasparenza e nel rispetto della legge, sia nei suoi confronti che di tutti i suoi associati e dipendenti, ai quali ha sempre fornito il necessario per lavorare in sicurezza, atteso l'encomiabile servizio che questa presta da sempre al fianco di chi soffre, sicché è strano immaginare che si tiene al bene degli utenti, senza prima tutelare i propri dipendenti ed i propri associati/volontari.

L'Associazione, pertanto, fa riserva di azione per la lesione del suo onore, del decoro e della immagine propria e di quanti prestano attività di volontariato o di lavoro subordinato, con abnegazione e dedizione".

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