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Cronaca Isole Tremiti

Sub all'opera a largo delle Tremiti: nuove 'praterie' di Posidonia oceanica per un mare più sano

Il reimpianto è stato effettuato in due siti di circa 50 m2 ciascuno, dove Posidonia era presente in passato e dove è poi scomparsa proprio a causa delle attività umane. L'obiettivo: ripristinare gli ecosistemi marini per un Mediterraneo sano e resiliente

Ripopolare le 'praterie' di Posidonia oceanica, con l'obiettivo di tutelare e ripristinare gli ecosistemi marini per un Mediterraneo sano, resiliente e ricco di biodiversità. La nuova tappa del progetto 'Save the Wave', avviato da Ioc-Unesco con E.ON, che ha aperto un capitolo, è prevista a largo delle Isole Tremiti, l’arcipelago situato al largo delle coste pugliesi, dove, su un’area complessiva di circa 100 metri quadri, sono stati impiantati i rizomi di Posidonia oceanica scalzati, in particolare, a causa degli ancoraggi dei diportisti.

Il reimpianto è stato effettuato in due siti di circa 50 m2 ciascuno, dove Posidonia era presente in passato e dove è poi scomparsa proprio a causa delle attività umane. Il primo sito è a nord-est degli iconici scogli chiamati “I Pagliai”, dove sono state posizionate nuove porzioni di prateria tra i 15 e i 17 mt di profondità. Il secondo è localizzato nel corridoio naturale formato dallo Scoglio del Cretaccio e dall’Isola di San Nicola, a 8 mt di profondità. In totale, dunque, Posidonia è stata reimpiantata su una superficie complessiva di 100 m2 , pari a circa il 10% della superficie che questo habitat ricopre alle Isole Tremiti nella sua porzione più in salute.

Per il reimpianto sono state utilizzate biostuoie in fibra di cocco, completamente naturali, che forniranno supporto alle giovani piante affinché queste possano radicare, mimando il naturale intreccio di radici e rizomi che normalmente rappresenta la parte basale delle praterie di Posidonia, chiamata mattes. Tra i vantaggi delle praterie di Posidonia vi è la capacità di immagazzinare il carbonio per secoli o millenni. Si stima che 100 m2 di Posidonia oceanica possano assorbire ogni anno circa 13 tonnellate di carbonio. Per questo motivo è importante che il reimpianto attecchisca, con l’attenzione e la collaborazione di tutti, isolani e turisti.

Il progetto è opera di un team multidisciplinare in cui Ioc-Unesco con E.ON collaborano attivamente con Giovanni Chimienti, Biologo Marino del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari e National Geographic Explorer, e con il suo team (il Prof. Francesco Mastrototaro e il biologo marino Andrea Tursi), con il supporto del team di The Oceancy associazione impegnata nella protezione della vita marina e nell’offrire sostegno al turismo sostenibile. Per la piantumazione e la successiva manutenzione, gli esperti operano in piena sinergia con l’Ente Parco Nazionale del Gargano coinvolgendo anche le autorità, in particolare la Capitaneria di Porto, il sindaco Giuseppe Calabrese e Acquodiving Diving Center che supporta le operazioni in mare e la comunità locale. Un networking virtuoso tra realtà private, mondo accademico, istituzioni e associazioni per un’iniziativa concreta che vuole promuovere la cultura e il rispetto del mare.

I posidonieti delle Isole Tremiti rappresentano un habitat di particolare pregio ed importanza sia ambientale sia socioeconomica. Tuttavia, nonostante le praterie siano attualmente uno degli habitat più protetti e monitorati del Mediterraneo, stanno subendo una forte degradazione, spesso legata ad impatti locali. Risulta quindi fondamentale coinvolgere i turisti e la comunità locale attraverso la formazione di personale in loco e un programma di Educazione all’Oceano nelle scuole. E.ON è stata una delle prime aziende ad aderire al Decennio del Mare, con l’obiettivo di realizzare progetti concreti e vicini alle comunità.

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