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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Vieste

Eccezionale ritrovamento nelle acque di Vieste: le Giacche Verdi riportano a galla un’antica statua

Dallo specchio d'acqua dietro l'isolotto di Santa Eufemia, riemerge un reperto in pietra

Dopo ore di ricerche, è risalita a galla, tra le mani del sommozzatore Michele Abatantuono: una statua in pietra alta 35 centimetri di provenienza e datazione sconosciuta. Oscar Carrara, coordinatore del gruppo locale delle Giacche Verdi di Vieste, a bordo di una barca, non riesce a trattenere l’emozione quando riemerge: “È incredibile”.

Era sul fondale, in mezzo al fango, a 15 metri di profondità. L’avevano individuata un po’ di tempo fa, ma il recupero era stato rimandato a causa delle avverse condizioni meteo marine. Poi sabato pomeriggio, intorno alle 14.30, l’hanno riportata alla luce. “Il recupero è stato arduo – racconta Oscar Carrara – Non è stato semplice ritrovarla in mezzo al fango”.

Hanno passato 4 o 5 ore nello specchio d’acqua dietro il faro dello scoglio di Santa Eufemia. Proprio da quelle parti, durante una pulizia dei fondali marini, avevano fatto un’altra scoperta. “Un mesetto fa avevamo già recuperato un’anfora del III secolo avanti Cristo circa, quelle che trasportavano olio e vino, catalogata e inviata alla Soprintendenza. Credo che adesso sia a Verona per il restauro”, riferisce il coordinatore dei volontari.

Il gruppo si occupa di bonifiche ambientali in mare, sulla spiaggia e, più in generale, del territorio. “Avevamo rimosso una trentina di copertoni, quindi lì dietro c’è un bel po’ di sporcizia”, racconta Carrara. E così, spostando ruote e rifiuti, hanno trovato il reperto. Al momento del recupero erano in tre: lui, Michele Abatantuono, soprannominato 'Tarzan' da queste parti, sommozzatore delle Giacche Verdi di Vieste che ha fatto riemergere anche l’anfora, e Michele Lopriore, vice presidente delle Giacche Verdi.

La statua è stata affidata la sera stessa al Comando di Polizia Locale di Vieste, dove il rinvenimento è stato denunciato alle autorità competenti dai volontari dell'associazione. 

Difficile, per ora, stabilire con certezza la datazione. “Non sono un esperto – dice il coordinatore delle Giacche Verdi - ho il sentore che potrebbe trattarsi di una statuetta bizantina”. Dal copricapo e dalla sfera, pensa a “una dea che tiene in mano il mondo”.

La statua ricorda anche la raffigurazione della Vergine Nera di Montserrat, che tiene in mano l’universo. Ed è proprio ad una Madonna che il coordinatore delle Giacche Verdi aveva fatto riferimento quando è stata riportata in superficie. Di certo, è molto bella.

E con gli occhi ancora pieni di meraviglia, Oscar Carrara non smette di entusiasmarsi: “È sicuramente un reperto archeologico di altissimo valore storico, questo è indubbio, per le fattezze, la pietra: è veramente un’opera d’arte grandiosa”.

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