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Cronaca San Severo

Rapinavano commercianti di San Severo, 'Banda della Stilo' sognava il grande colpo

Si tratta di quattro giovani del posto, di età compresa tra i 20 ed i 24 anni. Dovranno rispondere, a vario titolo, di concorso in rapina aggravata, tentata rapina, detenzione e porto illegale di arm e lesioni personali

Rubavano Fiat Stilo a Termoli e poi programmavano e mettevano a segno rapine ai danni di tabaccai e commercianti di San Severo. Sono quattro giovani del posto, tutti con precedenti di polizia, i membri della “Banda della Stilo” – come è stata ribattezzata dagli inquirenti - che da alcune settimane aveva gettato nel panico e nella preoccupazione gli esercenti commerciali dell’alto Tavoliere.

Nei loro confronti, la Procura della Repubblica di Foggia ha emesso un decreto di fermo, eseguito da polizia e carabinieri, per Ernesto Di Matteo di 23 anni, per i ventenni Giovanni Russi e Raffaele Bonaventura e per il 24enne Daniele Guerrieri. Ora dovranno rispondere, a vario titolo, di concorso in rapina aggravata, tentata rapina aggravata, detenzione e porto illegale di arma, lesioni personali volontarie, danneggiamento seguito da incendio e ricettazione.

Le indagini sono partite a seguito dalla rapina commessa lo scorso 13 settembre ai danni di una rivendita di tabacchi in viale 2 Giugno, sempre a San Severo, che fruttò ai quattro oltre 20mila euro e alcune stecche di sigarette. Da questo episodio è scaturita una complessa attività di intercettazione, pedinamenti e controllo del territorio che ha permesso agli inquirenti di scoprire che i quattro avevano organizzato anche una tentata rapina, lo scorso 11 ottobre, ai danni di un commerciante che doveva consegnare l’incasso della giornata in banca. In quel caso, il colpo fallì solo perché la vittima designata cambiò il consueto percorso ‘casa-negozio-banca’ che era solito fare e che i quattro avevano sapientemente analizzato e studiato, ma previsto col beneficio del dubbio.

FOTO | San Severo, fermati i quattro della "Banda della Stilo"

I colpi – secondo quanto accertato dagli inquirenti – non erano certo improvvisati. Al contrario. Nella base operativa individuata in località “Santo Spirito”, i quattro progettavano e pianificavano colpi e rapine che potessero fruttare dai 10mila euro in su. Tutto era studiato a tavolino: vittima, percorsi, auto e mezzi da utilizzare. Perfino l’uso delle armi ed il “carico delle mazzate” - citazione testuale - che la vittima poteva sopportare in base a costituzione fisica ed età. Inoltre, dalle intercettazioni è emerso anche che i quattro indagati non avrebbero avuto alcuna remora a esplodere colpi di pistola o a ricorrere alla violenza fisica per spaventare l’eventuale vittima o per sfuggire ad un controllo della polizia (“se si avvicinano spariamo due botte”).

ECCO COME RAPINAVANO I TABACCAI: IL VIDEO

Alla luce di questa audacia e determinazione, la Procura di Foggia ha ritenuto necessaria la misura del fermo adottata: secondo quanto accertato nel corso delle indagini, infatti, i quattro stavano programmando il “grande colpo” quello che avrebbe permesso loro di chiudere in grande stile la “carriera” e lasciare la città. Si trattava di un assalto ad un furgone portavalori già individuato in città, un colpo che, secondo la banda, avrebbe fruttato circa 600-700mila euro. Nel covo utilizzato dai quattro, inoltre, le forze di polizia hanno rivenuto e sequestrato i ‘kit’ per le rapine: parrucche, passamontagna, giubbotti anti-proiettili, 80 grammi di hashish, rilevatori di segnali radio per inibire l’uso di microspie e coltelli.

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