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Cronaca

Racket, aumentano gli imprenditori che si ribellano agli estorsori: vittime di usura non riescono ad accedere ai prestiti bancari

Questa mattina in commissione sono stati ascoltati i rappresenti delle associazioni antiracket di Bari, Foggia, Francavilla Fontana, Molfetta, Barletta, Vieste, Mesagne, Ceglie Messapica e Calimera

Coordinata dal presidente Renato Perrino, la commissione di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata, ha ascoltato questa mattina i rappresenti delle associazioni antiracket di Bari, Foggia, Francavilla Fontana, Molfetta, Barletta, Vieste, Mesagne, Ceglie Messapica e Calimera.

Obiettivo dell’organismo consiliare, come ha ricordato in apertura dei lavori lo stesso presidente Perrino, quello di aggiornare le conoscenze della commissione sui fenomeni estorsivi e dell’usura registrati in Puglia durante la pandemia per riferirne poi al Consiglio regionale. Su quanto emerso, Perrino ha chiesto ai referenti sul territorio di stilare, nel giro di una settimana, delle brevi relazioni sulle quali lavorare.

In particolare, se nei territori di Bari e Foggia la situazione in periodo pandemico non è mutata, anche se si registra un maggior numero di operatori economici propensi alla denuncia, nei territori del Brindisino e del Leccese, i fenomeni sembrano viaggiare sottotraccia: continuano ad esistere ma, con l’eccezione di casi sporadici, senza manifestazioni di violenza.

Inoltre, da parte delle associazioni, la richiesta di un maggiore coinvolgimento della Regione all’assistenza alle vittime, sin troppo spesso nelle mani dei racket poiché impossibilitate ad accedere direttamente ai prestiti bancari. Lunghissimi i tempi per rientrare nell’accordo sottoscritto nel 2020 tra Ministero ed Abi mentre resta ancora inattiva la apposita legge approvata dalla Regione nel 2015 che istituiva un fondo per sostenere direttamente gli operatori economici e per la quale, pare, mancherebbero a tutt’oggi i regolamenti attuativi. Il contributo che al momento si riesce ad offrire, per parte regionale, risiederebbe nel microcredito che resta comunque una soluzione non applicabile alla gran parte.

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