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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Italia più arancione, ma la Puglia no: verso la conferma della zona gialla

Secondo l'Istituto Superiore di Sanità l'indice Rt è risalito a 0.99 così come l'incidenza dei casi. La Valle d'Aosta verso la zona bianca. Puglia sotto la soglia critica dei ricoveri

"L’incidenza a livello nazionale nella settimana di monitoraggio cresce rispetto alla settimana precedente (135,46 per 100.000 abitanti - 08/02/2021-14/02/2021 - vs 133,13 per 100.000 abitanti - 01/02/2021-07/02/2021 -, dati flusso ISS), lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti", è quanto si legge in una nota dell'Istituto Superiore di Sanità. 

Secondo l'Iss, nel periodo che va dal 27 gennaio al 9 febbraio, l'indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici è pari a 0.99 (range 0.95 - 1.07), in crescita rispetto al precedente report e con un limite superiore che comprende l'uno. 

Numeri che determineranno quasi certamente un ritorno alla zona arancione per molte regioni. Secondo quanto riporta l'Ansa, la Valle d'Aosta sarebbe l'unica regione che confermerebbe l'incidenza inferiore ai 50 casi attivi su 100mila abitanti, condizione essenziale per poter diventare zona bianca. Lazio, Friuli-Venzia Giulia, Piemonte e Lombardia rischiano di tornare in zona arancione, mentre l'Abruzzo, dove è già stato istituito il lockdown nelle province di Pescara e Chieti, potrebbe passare in zona rossa.

La circolazione del virus, aggravata dalla ormai certificata presenza delle varianti, è confermata dal tasso di positività, rispetto ai tamponi processati, salita al 4,8% rispetto al 3,8 di due giorni fa. Per questo non sarebbe da escludere un ricorso ai lockdown localizzati nelle province che versano in situazioni critiche. 

Dovrebbe restare in zona gialla la Puglia, che nella giornata di ieri ha fatto registrare un calo dei positivi (37.729) e dei ricoverati (1.442). 

Resta stabile la situazione dei ricoverati: in Italia la percentuale di posti letto occupati in terapia intensiva e in area non critica è ampiamente sotto le soglie del 30% e del 40%, ma preoccupa la situazione dell'Umbria che fa registrare il 60% di posti occupati in terapia intensiva. Oltre la soglia del 30% risultano anche la provincia di Bolzano (37%), Abruzzo (36%), Marche (34%), Friuli-Venezia Giulia (33%) e Molise (31%). 

Resta sotto la soglia la Puglia, che però nella giornata di ieri ha visto risalire al 28% (+1%) il tasso di posti letti occupati nei reparti di rianimazione. Stabile al 36% quello dei posti letto negli altri reparti Covid. 

Secondo la bozza del monitoraggio ISS-Ministero della Salute, l'Umbria è la regione che presenta un rischio alto. Sono, invece, 12 quelle a rischio moderato: Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Molise, Campania, Lombardia, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, province autonome di Trento e Bolzano, Toscana e Valle d'Aosta. Di queste, la metà (province di Trento e Bolzano, Abruzzo, Emilia-Romagna, Marche e Molise) presentano un'alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. 

Risultano 8 le regioni con rischio basso, ovvero Calabria, Lazio, Liguria, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Veneto e Puglia. 

Aggiornato alle 17.28

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