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Cronaca

In guerra contro il Covid-19, per 150 Oss inizia un'altra battaglia: "Non vogliamo essere dimenticati!"

I loro Co.co.co sono prossimi alla scadenza: "Ci sentiamo usati e gettati via". Il portavoce Francesco Cappucci: "Chiediamo un riconoscimento per il nostro impegno: un rinnovo, con un contratto adeguato alla nostra competenza"

Sembrava una promessa solenne. “Non ci dimenticheremo di voi”, dissero il premier Conte e il ministro Speranza nei giorni più difficili, per l’Italia intera, di questo 2020. Quelle parole, Francesco non le ha dimenticate. Gli risuonano ancora nella testa, mentre la realtà dice ben altro: contratto in scadenza, nessun rinnovo, tutti a casa.

Come lui, altri 149 operatori socio-sanitari sono pronti a battersi per ricevere “un riconoscimento per l’impegno profuso in piena emergenza sanitaria nei reparti - dal pronto soccorso alle rianimazioni, dai reparti Covid alle terapie intensive - del Policlinico Riuniti”. Francesco Cappucci, Oss 35enne di San Giovanni Rotondo, è il portavoce del gruppo costituitosi spontaneamente, senza affidarsi ad alcun sindacato, partito o avvocato del lavoro. “Vogliamo gestire la situazione in prima persona", assicura. "Vogliamo che ci venga detto in faccia cosa sarà di noi”. 

Il gruppo è composto da Oss assunti in piena pandemia, con un contratto di due mesi somministrato da agenzie interinali. Trascorso il periodo indicato, gli stessi sono stati assunti direttamente dal Policlinico Riuniti, con contratti Co.co.co. ormai in scadenza. “Ci sentiamo usati e gettati via. Contrariamente alle promesse, siamo stati già dimenticati. Ci chiamavano ‘eroi’, ma senza futuro”.

Cosa chiedono quindi? “Una interlocuzione a qualsiasi livello. Un riconoscimento per il nostro impegno. Siamo stati sempre presenti, ci abbiamo messo l’anima e il corpo nel nostro lavoro. Alcuni di noi si sono ammalati in corsia”, continua Francesco, che lancia la proposta: “Nelle Asl di Lecce e della Bat i precari (assunti però tramite avviso pubblico, ndr) hanno ricevuto una proroga del contratto fino al 31 gennaio 2021. Perché non ci viene concesso lo stesso trattamento? La nostra pelle vale meno di quella dei colleghi?”, chiede.

“In questi mesi siamo stati vicino ai pazienti, abbiamo lavorato sodo e con professionalità: chiediamo un rinnovo, con un contratto adeguato alla nostra competenza. Significheremmo molto per noi, anche in vista di opportunità future”. Le loro richieste, avanzate proprio mentre si giungeva alla ‘quadratura del cerchio’ del Concorsone Oss, hanno scatenato le ire dei colleghi vincitori. “Noi rispettiamo il concorso e i suoi vincitori. Non vogliamo togliere nulla a chi ha meritato, studiando e partecipando ad un bando. Non vogliamo essere accusati di speculare sul Covid, non vogliamo essere coinvolti in questa triste ‘guerra tra poveri’”, conclude.

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