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La protesta degli oss del Covid-19: "Vogliamo lavorare". Ma l'ospedale deve assumere i vincitori di concorso

Al Policlinico Riuniti di Foggia la protesta di una delegazione dei 156 oss (ora disoccupati) arruolati per l'emergenza Covid-19

“Protestiamo perché vogliamo far rivalere quelli che sono i nostri diritti”. Così una parte dei 156 operatori socio-sanitari ‘arruolati’ per l’emergenza Covid-19 nei reparti del Policlinico Riuniti di Foggia sono tornati in ospedale, ma da disoccupati (la scadenza dei loro contratti era fissata al 31 agosto 2020).

Si sono dati appuntamento dinanzi agli uffici della direzione amministrativa e sanitaria, aspettando di essere accolti dai vertici del nosocomio. “Chiediamo la proroga del nostro contratto perché lo stato di emergenza non è ancora finito ”, spiega la portavoce Stefania Pisante, oss nel reparto di rianimazione durante i mesi della pandemia.

In guerra contro il Covid-19, per 150 Oss inizia un'altra battaglia: "Non vogliamo essere dimenticati!"

“Vogliamo rispetto e chiediamo di continuare il nostro operato in quei reparti che, ad oggi, sono scombussolati e sguarniti di personale”. Ma le loro richieste si sono infrante sul tavolo del direttore amministrativo Michele Ametta che, accogliendo una delegazione dei manifestanti ha chiarito: con la definizione della graduatoria del concorsone Oss, il Policlinico ha l’obbligo giuridico di assumere i vincitori. E per la gestione dei reparti in vista della seconda ondata pandemica, Ametta ha assicurato assunzioni (dalla graduatoria ufficiale) di oss in numero adeguato alle necessità | IL VIDEO

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