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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

La Regione taglia la fornitura dell'acqua potabile, migranti 'occupano' la Cattedrale di Foggia

Motivo della protesta è il mancato rispetto degli accordi sottoscritti lo scorso 31 luglio con la Regione Puglia. "Le nostre condizioni di vita impossibili, chiediamo intervento del papa"

La Regione Puglia taglia la fornitura dell’acqua potabile nelle aree attigue quella del ‘Gran Ghetto’ e circa 200 braccianti occupano pacificamente la Cattedrale di Foggia. Motivo della protesta è il mancato rispetto degli accordi sottoscritti lo scorso 31 luglio con la Regione Puglia; accordi che prevedevano l’avvio di un processo che, oltre alla fornitura dell’acqua potabile (bene di prima necessità), prevede l'attuazione dei diritti sindacali dei braccianti impegnati nella raccolta del pomodoro nei campi del Tavoliere, il loro inserimento abitativo, una politica di trasporti che eviti intermediazioni e proposte concrete per mettere fine allo sfruttamento sociale e lavorativo.

Aggiornamenti: Chiesa e Prefettura riportano l'acqua

La video-protesta dei migranti in Cattedrale

L'accordo non rispettato e le motivazioni dei braccianti

“Il 31 luglio, seguito di una manifestazione con astensione dal lavoro dei braccianti - spiegano dall’Unione Sindacale di Base - mentre il presidente della Regione Michele Emiliano ci privava dell’accesso all’acqua potabile rendendosi irreperibile alle nostre richieste di confronto, l’assessore regionale al lavoro, Sebastiano Leo, l’assessore alle politiche agricole, Leonardo Di Gioia, e il segretario della Presidenza Regionale Roberto Venneri si erano impegnati con una delegazione degli oltre 2000 lavoratori ad avviare un processo che poneva al centro non solo la fornitura dell’acqua potabile, ma anche i diritti sindacali e l’inserimento abitativo dei braccianti”. 

Nonostante ammontino a 1.637.880.990 euro i fondi comunitari FSR 2014 - 2020 destinati all’agricoltura pugliese, denunciano, si continua a sfruttare i lavoratori sul piano lavorativo e sociale. “Mentre sollecitavamo la Regione ad applicare integralmente quell’accordo - continuano - ci è stata tolta di nuovo, dal 13 settembre, l’acqua da bere per costringerci ad andare via, per impedirci di vivere dove lavoriamo. Ci negano l’acqua in nome della legalità”, denunciano.

Chiedono l'intervento del Papa, Mons. Pelvi intermediario con la Regione

“Noi siamo tutti braccianti, tutti agricoltori”, puntualizza Aboubakar Soumahoro, referente USB. “E non viviamo negli spazi dell’ex Ghetto. Negli spazi posti sotto sequestro non abbiamo mai messo piede. Siamo qui per essere ascoltati e perché i nostri diritti di lavoratori vengano riconosciuti”. Denunciano condizioni di vita impossibili e per questo chiedono l'intervento del papa: "La Chiesa di Francesco è una delle poche istituzioni che ultimamente ha saputo parlare il linguaggio degli ultimi". Intanto, una delegazione dei migranti è stata accolta in curia dal vescovo, Vincenzo Pelvi, che farà da intermediario con la Regione.

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