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Lavorano anche per 10 euro al giorno e senza documenti: braccianti stranieri chiedono il permesso di 'Protezione speciale'

‘Campagne in lotta’ scende ancora in strada per chiedere permessi e documenti per i migranti del territorio

Uno sparuto gruppo di immigrati, circa una decina, mossi da ‘Campagne in lotta’, hanno manifestato questa mattina di fronte la Prefettura di Foggia per chiedere, ancora una volta, documenti e permessi di soggiorno per permettere ai braccianti provenienti dall’Africa, di poter lavorare in condizioni più umane. Come ci spiega Menneh Lamin, gambiano in Italia da 7 anni, "senza documenti non possiamo lavorare e chiediamo il documento di 'Protezione speciale'. Senza documento è difficile trovare lavoro e quando lo troviamo lavoriamo in nero e veniamo pagati pochissimo, anche 10 euro al giorno. Senza documenti non ho la possibilità di affittare una casa perché, oltre a guadagnare poco, nessuno mi fitta una casa senza documenti.”.

Il permesso per 'Protezione Speciale' è una modifica alla legge 173/2020. Il Questore lo rilascia o a seguito della trasmissione degli atti da parte della commissione territoriale che ha rigettato una domanda di protezione internazionale; o su domanda diretta di un cittadino straniero, previo parere della commissione territoriale.

Viene rilasciato nei casi in cui la commissione territoriale non riconosca al cittadino straniero richiedente asilo né lo status di rifugiato né la protezione sussidiaria, ma in ottemperanza ad obblighi costituzionali (art.10, comma 3, della Costituzione Italiana) e internazionali (art.3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali), ritenga necessario tutelare il cittadino straniero dal rischio di persecuzioni, trattamenti disumani e degradanti o violazioni sistematiche dei diritti umani.

Una delegazione dei manifestanti è stata accolta dal Prefetto per presentare, appunto, la richiesta di permesso di Protezione Speciale.

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