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Cronaca Poggio Imperiale

Gli agricoltori fanno sul serio, non mollano il campo di battaglia quelli dell'Alto Tavoliere: "La nostra pazienza è finita"

Due presidi, uno degli agricoltori di Torremaggiore e San Severo presso il distributore 'La Torre' sulla Statale 16, l'altro degli agricoltori di Poggio Imperiale, Lesina, Chieuti e San Paolo di Civitate, davanti al casello autostradale Poggio Imperiale-Lesina

Costi energetici alle stelle e produzioni alimentari a rischio. Per gli agricoltori e gli allevatori foggiani è un periodo drammatico. I rincari di gas, energia e materie prime stanno avendo un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola. Nondimeno gli incrementi - energia +110%, fertilizzanti +143%, soia +80%, imballaggi +50% - agevolano il ricorso agli approvvigionamenti agroalimentari dall’estero. La situazione è angosciante.

Dal presidio del distributore ‘La Torre’ sulla Statale 16 a San Severo, gli agricoltori lamentano l’assenza delle istituzioni e delle associazioni di categoria: “Siamo pronti a strappare le tessere”. Non ci sarebbero novità rilevanti, men che meno interlocuzioni in corso tra i partecipanti all’incontro avvenuto il 21 febbraio presso il municipio di Torremaggiore. “Sindaci qua non se ne vedono”. Davanti ai trattori fermi ormai da giorni, aumenta la percezione che si stia combattendo una battaglia in solitaria: “Ci sentiamo abbandonati, chiediamo ai nostri colleghi di raggiungerci, siamo qui per tutti. Uniamoci” l’appello di Giuseppe.

Si costituiranno ad horas in un comitato gli agricoltori di Poggio Imperiale, Chieuti, Lesina e San Paolo di Civitate, fermi con i mezzi agricoli sul piazzale davanti al casello autostradale Poggio Imperiale-Lesina. In tutto sono una sessantina. “Ci stiamo organizzando per le firme, uniremo tutte le forze” dichiara Manuel, titolare di un’azienda vitivinicola della zona.

Delusi dai sindacati e dalle associazioni di categoria, i manifestanti provano a prendere in mano la situazione. In queste ore è in corso una raccolta firme per la costituzione di un comitato e l’organizzazione di un corteo di protesta: “E’ aumentato tutto, la nostra pazienza è finita, ci sentiamo abbandonati. Se le cose non cambiano rischiamo di chiudere le nostre attività” concludono.

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