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Cronaca

Decima Bis, prosciolto il dipendente comunale accusato di essere la gola profonda della mafia sui decessi in città: "Riconosciuta sua estraneità"

Processo Decima Bis alla mafia foggiana: prosciolto, all'esito dell'udienza preliminare, Giuseppe De Stefano, il dipendente comunale che era stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa

Giuseppe De Stefano, il dipendente comunale accusato di aver favorito le batterie foggiane e di aver rivelato informazioni sugli incarichi funerari consentendo al sodalizio mafioso di poter esercitare in maniera sistematica il controllo estorsivo sulle onoranze funebri e di poter optare, da ultimo, per una modalità di calcolo della tangente periodica che ciascuna impresa avrebbe dovuto corrispondere, basato sul parametro di 50 euro per ogni incarico funerario, è stato prosciolto dalle accuse con la sentenza del 4 novembre 2021 nell'ambito del procecedimento 'Decima Bis', dal gup presso il tribunale di Bari, dott.ssa Antonella Cafagna. "Confidiamo abbia posto fine al doloroso calvario che Giuseppe De Stefano è stato costretto a subire da un anno a questa parte, attestando, in maniera inequivocabile, la sua assoluta estraneità quale concorrente esterno alla 'Società Foggiana' e a tutte le attività illecite perpetrate dai clan mafiosi sul territorio di Foggia" commenta l'avvocato Ettore Censano.

Il 16 novembre 2020 furono arrestate 40 persone, tra cui anche l'impiegato comunale dello sportello decessi dell'ufficio Anagrafe.

"È stato, infatti, sconfessato l’infondato teorema accusatorio che ha ingiustamente esposto alla gogna mediatica un innocente ed onesto cittadino, con l’infamante accusa di aver favorito le batterie mafiose foggiane "grazie al suo ruolo “strategico" all’interno del Comune di Foggia, rivelando sistematicamente agli esponenti del sodalizio mafioso informazioni precise e dettagliate su tutti gli incarichi funerari ricevuti a Foggia dalla singola impresa operante nel predetto settore, consentendo al sodalizio mafioso di poter esercitare in maniera sistematica il controllo estorsivo" prosegue il legale del dipendente comunale, che aggiunge che "il giudice dell’udienza preliminare, infatti, ha dato atto dell’insussistenza del suddetto sistema estorsivo, fondato su un tangente di € 50 per ogni funerale che gli esponenti della mafia foggiana avrebbero preteso, stando a quanto erroneamente ipotizzato dall’accusa, dalle imprese di onoranze funebri, riconoscendo l’estraneità del De Stefano a qualsivoglia contesto mafioso".

E ancora, spiega l'avvocato, "la diffamazione sistematica ai danni del De Stefano, continuata incessantemente anche dopo le pronunce a lui favorevoli del tribunale della Libertà di Bari e della Cassazione, è un fenomeno di inciviltà giuridica (oltre che morale) che non dovrebbe trovare ingresso in uno Stato di diritto e che esige quantomeno un minimo di riparazione, rimediando all’incommensurabile danno all’immagine subito da un innocente colpito da una accusa talmente ignominiosa e disonorante!"

L'avvocato Censano evidenzia che "nonostante il Tribunale della Libertà di Bari avesse, in accoglimento del riesame difensivo, annullato l’ordinanza coercitiva del Gip, disponendo (già in data 20.12.2020) la liberazione del De Stefano e nonostante la Cassazione avesse, poi, rigettato il ricorso avanzato dal pm, confermando l’infondatezza della tesi accusatoria, la valanga di fango che ha investito il De Stefano non si è affatto arrestata, anzi è stata ulteriormente alimentata, tant’è che Giuseppe De Stefano è stato addirittura menzionato nella relazione prefettizia inviata al Ministero dell’Interno per lo scioglimento del Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose. In detta relazione, infatti, veniva segnalato, tra gli altri, anche il De Stefano, quale dipendente comunale dell'ufficio Anagrafe che avrebbe informato la “Società Foggiana” sui decessi, così come supposto nell'inchiesta 'Decima Bis', evidenziandosi che il De Stefano "unitamente ai massimi esponenti di una delle cosche mafiose dominanti, è stato interessato da una ordinanza cautelare emessa dal gip del tribunale di Bari per aver fornito gli appartenenti alla predetta organizzazione mafiosa informazioni utili per le attività estorsive nel settore dei servizi funebri".

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