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Cronaca Via Vittorio Alfieri

Foggia come Saragozza, la micro generazione urbana parte dal CEP

Illustrato il progetto per un centro educativo diurno, impianti sportivi e orti urbani di via Alfieri. Marasco: "Guardiamo all'esperienza di Saragozza"

Impegnare il dieci per cento dei futuri ricavi da oneri di urbanizzazione e costi di costruzione per un programma di interventi di micro-rigenerazione urbana. È la proposta che l’assessore alla Qualità e all’Assetto del Territorio, Augusto Marasco, ha avanzato stamattina nel corso della conferenza stampa in cui è stato illustrato il progetto integrato su via Vittorio Alfieri, al quartiere CEP, a cui, lunedì scorso, è stato riconosciuto il finanziamento regionale di 400 mila euro, all’esito del Bando per opere di urbanizzazione primaria e secondaria negli insediamenti di edilizia residenziale. “Si tratta – ha detto Marasco – di interventi piccoli e di modesto impegno finanziario, di “agopuntura” urbana, come li ha definiti l’architetto Mario Cucinella, osservando le difficoltà con cui stanno partendo i grandi processi di rigenerazione urbana nelle città italiane”.

“Relazioni pubblico-privato all’insegna della cura di aree della città e della solidarietà sono il nostro futuro per ritrovare lo spirito di comunità” ha sottolineato il sindaco, Gianni Mongelli, introducendo l’illustrazione del progetto al CEP che punta alla riqualificazione di un manufatto pubblico e alla riqualificazione di aree pubbliche attraverso giardini e orti urbani. Il riferimento del primo cittadino è alla partnership con l’Associazione “Centro di Solidarietà San Benedetto onlus”, a cui la Regione Puglia aveva ceduto in concessione una delle due aree ora riguardate dal progetto comunale dove sorgono alcuni manufatti e attrezzature sportive in stato di abbandono e forte degrado. Il 23 ottobre dello scorso anno, il Comune e il Centro di Solidarietà San Benedetto hanno stipulato un protocollo d’intesa con il quale l’area sarà trasferita in concessione ventennale al Comune di Foggia, mentre la gestione rimarrà in capo all’Associazione.

“Siamo molto contenti di aver riscontrato sintonia con i programmi del Comune e un’interfaccia tecnico-operativo così proficuo, considerando che non avevamo ancora idea di come poter realizzare il centro” ha sottolineato Carla Calabrese, direttrice del Centro San Benedetto per il quale erano presenti anche la presidente Daniela Gerone e il coordinatore Christian Paglia. “Lavoriamo in quel quartiere da circa dieci anni – ha aggiunto la Calabrese – appoggiandoci ai locali delle parrocchie del CEP. Nella prospettiva a breve, anche per le evoluzioni delle normative sulla sicurezza, abbiamo la necessità di dotarci di spazi adeguati a sviluppare i nostri programmi sociali”. Attualmente la San Benedetto segue quaranta minori, in prevalenza dalla prima elementare alle medie, qualche studente delle superiori che viene aiutato sono con attività di doposcuola.  Il progetto, cofinanziato dal Comune con 115 mila euro, prevede la riqualificazione del manufatto pubblico che sarà, appunto, destinato a centro diurno per servizi culturali, sociali, sportivi e ricreativi.

“Con poco più di mezzo milione di euro complessivi – ha rilevato Marasco – cerchiamo di realizzare una riqualificazione importante a livello urbanistico ma soprattutto a livello sociale, sul modello sperimentato in Spagna con il progetto “Esto no es un solar” per la riqualificazione dei lotti in disuso presenti nel tessuto storico e moderno di Saragozza. Guardando a quell’esperienza – ha detto l’assessore – premiata l’anno scorso dalla giuria del concorso internazionale SAIE Selection “Rigenerazione e recupero urbano” di Bologna, presieduta proprio da Cucinella, abbiamo pensato alle nostre fatiche ad attivare azioni di rigenerazione laddove si manifesti il bisogno di realizzare parti urbane dotate di quella complessità di relazioni tra aree edificate e spazi collettivi che rende ricco e piacevole il vivere in un luogo, come abbiamo scritto nella “Nota aggiuntiva al DPP” approvata l’8 giugno dello scorso anno».

Ci siamo accorti che, nel programma di Saragozza, era coinvolta una foggiana che abbiamo cercato per qualificare il nostro primo esperimento di micro-interventi” ha aggiunto il dirigente del Servizio Urbanistica, Paolo Affatato, osservando che “malgrado lo scenario della finanza pubblica e la critica congiuntura economica, l’amministrazione mantiene saldo l’impegno ad attrezzare strumenti e presupposti per incentivare azioni di rigenerazione urbana, attraverso la delibera di aggiornamento degli oneri che incentivano interventi edilizi al centro, l’imminente aggiornamento del regolamento edilizio e, appunto, questa proposta di piano di micro-interventi di rigenerazione».

La professionista foggiana coinvolta nel programma di Saragozza è l’architetto Anna Di Monte, che ha collaborato con lo studio di progettazione Gràvalos & Di Monte Arquitectos alla realizzazione del progetto “Esto no es un solar”. “Il punto centrale dell’esperienza spagnola – ha spiegato la Di Monte – è la collaborazione con i residenti dei quartieri dove gli interventi si realizzano. Per il progetto al CEP, sulla falsariga di quello che abbiamo fatto con “estonoesunsolar”, abbiamo scelto materiali poveri e sostenibili, che agevolassero l’identificazione tra luoghi e materiali. Lavoreremo su due spazi di 10 mila metri quadri complessivi ed è interessante la concentrazione di tre funzioni sullo stesso spazio urbano: il centro educativo, gli orti urbani e gli impianti sportivi».

A questo proposito, Marasco ha prospettato che, oltre al centro gestito dalla San Benedetto, la cooperazione con la Circoscrizione Sud, altre realtà associative e i residenti è «un elemento fondamentale per l’azione che avviamo oggi, assieme al tentativo di mobilitare risorse per un settore, quello dell’edilizia, in crisi drammatica e che deve riorientarsi verso la rigenerazione urbana sostenibile, come hanno concordato gli Stati Generali dell’edilizia e come è nella “vision” dell’Unione europea la quale non a caso, per il ciclo 2014-2020, indirizza 120 miliardi di euro per interventi nei centri urbani».

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