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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Chiude per 15 giorni la Medicina Interna ospedaliera del 'Riuniti'. Sos ad Emiliano: "Reparto cruciale, si rischia vuoto assistenziale"

Lo sfogo è quello dell’aps ‘Produrre Salute’ e il riferimento è alla chiusura, dal 1° al 15 agosto, del reparto del policlinico foggiano che garantisce 24 posti letto. La presidente Tattoli prevede gravi ripercussioni

“Non era difficile prevedere che la riduzione di attività infungibili, quale è la Medicina Interna di un grande polo ospedaliero come i ‘Riuniti’ di Foggia, avrebbe generato una serie di disservizi a catena e la esasperazione dei cittadini foggiani; oltre che l’altissima probabilità di creare un vuoto assistenziale estremamente rischioso per la loro salute, a causa di una mancata tempestiva presa in carico delle loro esigenze di assistenza”.

Lo sfogo è quello dell’associazione di promozione sociale ‘Produrre Salute’ e il riferimento è alla chiusura, dal 1° al 15 agosto, del reparto di Medicina Interna ospedaliera del policlinico foggiano (24 posti letto), autorizzata dal Dg Vitangelo Dattoli già alla metà di luglio.

“Le notizie dei disagi intervenuti ieri al pronto soccorso degli stessi Riuniti, ci inducono ad evidenziare le possibili concause di una simile disfunzione”, spiegano il gruppo per il tramite della presidente Esther Paola Tattoli, che ha inviato una pec, sul punto, al Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano e all’assessore al ramo,Pier Luigi Lopalco.

Sei ore di caos e disagi, rientrata l'emergenza al pronto soccorso del Policlinico Riuniti

“Come sappiamo - si legge nella missiva – l’emergenza pandemica da Sars-Cov2 ha pressoché azzerato la già precaria interazione tra gli organi istituzionali e i cittadini (liberi o associati), generando una asimmetria netta tra la base e i decisori pubblici. Tuttavia, stante il contesto inesplorato in cui ci si è mossi in quest’ultimo anno e mezzo, il silenzioso rispetto delle regole ha rappresentato per tutti noi l’unica via percorribile e di buonsenso. Ciò detto, però, non vi può essere, da parte della pubblica amministrazione, la pretesa che i cittadini si adeguino silenziosamente a qualunque decisione, senza rilevarne l’eventuale potenziale pericolosità in termini collettivi e di pubblico interesse. Mi riferisco, nel caso di specie, alla decisione della direzione generale dell’azienda ospedaliera universitaria ‘Ospedali Riuniti’ di Foggia di chiudere la U.O.C. di Medicina Interna Ospedaliera (24 posti letto) nei primi quindici giorni del mese di agosto; cosa questa che interrompe di fatto il servizio ben prima della chiusura, dato che un reparto non si chiude con un semplice switch on/off”.

“Come è noto, da molti anni milito in organizzazioni associative che operano in ambito socio-sanitario e assistenziale; un numero di anni sufficiente per comprendere che la Medicina Interna Ospedaliera del secondo più grande Policlinico della nostra Regione, per quanto affiancata da una seconda U.O. di Medicina Universitaria, non possa essere chiusa ‘per ferie’ o ‘per lavori di manutenzione’ nel pieno di una emergenza pandemica i cui contagi si mostrino in costante risalita; nel pieno del picco di attività turistica del territorio di riferimento, durante il quale la popolazione residente (soprattutto in questo contesto) aumenta vertiginosamente; in vista dell’arrivo di un’ondata straordinaria di caldo che vedrà le temperature toccare punte fino a 48°C”, continua.

“Tutti indicatori, questi ultimi, che dovrebbero credibilmente innalzare il livello di allerta e indurre a potenziare i servizi e non già a sguarnirli. Le UU.OO. di Medicina Interna, soprattutto in un contesto ad altissimo rischio come quello appena descritto, non svolgono mai una attività di regime ordinario ad accessi pianificati, ma costituiscono il naturale prolungamento delle attività emergenziali e di pronto soccorso; rappresentano quel bacino di posti letto vitale per la presa in carico di cronicità pericolosamente scompensate; di soggetti che necessitino di una fase di osservazione di possibili eventi sentinella; di pazienti fragili che diversamente verrebbero rimandati a casa o tenuti per ore (se non per giorni) ad affollare i pronto soccorso, bloccandone la piena operatività (incompatibile per definizione con la permanenza prolungata di pazienti già dichiarati idonei o che necessitino di un più opportuno trasferimento in reparto)”.

“Sono certa che lei, Governatore, comprenda le motivazioni che mi hanno mossa a voler ribadire in via ufficiale la mia segnalazione, affinché una simile determinazione possa essere rivalutata con maggiore scrupolo, nel comune intento di vagliare possibili soluzioni alternative, che non espongano l’utenza a potenziali danni derivanti dall’interruzione di un servizio nevralgico come quello svolto da una Medicina Interna di un grosso polo ospedaliero, quale è quello dei ‘Riuniti’ di Foggia. La pandemia ci ha insegnato che nulla può essere rinviato a tempi migliori; che non possiamo e non dobbiamo più farci trovare impreparati; che non si può basare la programmazione dei servizi sull’auspicio che tutto vada per il meglio o secondo i piani; che mai come in questo momento dobbiamo stringerci intorno ai più fragili, affinché non siano proprio loro a pagare incolpevolmente il prezzo più alto. Dal direttore Dattoli, nel corso di una telefonata intercorsa nel primo pomeriggio di ieri, mi sono giunte le più ampie rassicurazioni sul fatto che la situazione sia largamente sotto controllo e che gli indici di occupazione posto letto attualmente siano francamente confortanti e che vi sia all’interno del Policlinico un’altra Medicina Interna (quella Universitaria) e che quest’ultima sia in grado di vicariare senza difficoltà le funzioni della Medicina in chiusura”.

“Le certezze granitiche del direttore Dattoli, però, non cancellano dalla mia mente le immagini (note a tutti, soprattutto in costanza di pandemia) dei pazienti in coda per ore nei pronto soccorso in trepidante attesa di un posto letto che renda merito (ove necessario) al loro legittimo bisogno di accertamento, di diagnosi, di cura e di presa in carico. Non possiamo farci bastare, Governatore Emiliano, l’auspicio che tutto funzioni secondo le nostre più rosee aspettative, mentre ci troviamo in uno dei due momenti a più alto livello di rischio dell’anno, nel pieno dell’avvio di una preannunciata quarta ondata pandemica e alle soglie dell’arrivo in massa dei vacanzieri della prima quindicina di agosto (forse i più numerosi di sempre). Io sono venuta incidentalmente a conoscenza di questa determinazione della direzione dei ‘Riuniti’ di sottrarre 24 posti letto a questo Presidio Ospedaliero in uno dei momenti di maggiore criticità emergenziale dovuta ad una sommatoria di fattori tutti ad altissimo rischio (pandemia da Sars-Cov2, vertiginoso aumento della popolazione residente per motivi di grande affluenza turistica, eventi climatici e ambientali estremi e imprevedibili)”.

“Ho conoscenze e competenze acquisite in materia di politica e organizzazione sanitaria sufficienti per ribadire con forza che una simile decisione meriti di essere rivalutata con maggiore attenzione e responsabilità. I piani di emergenza esistono per evidenti motivi di previsione e prevenzione di condizioni di pericolo per la collettività ed hanno lo scopo di evitare che quelle condizioni di potenziale pericolo (se inidoneamente gestite) si trasformino in un danno per i singoli e/o per la società di cui fanno parte. La invito pertanto, Governatore, per il tramite del suo assessore al ramo, ovvero personalmente ad accertare le ragioni inderogabili che impediscono di procrastinare qualsivoglia ‘piccolo intervento di manutenzione’, ovvero di ‘ordinaria e ciclica rotazione della chiusura dei reparti’ o ancora di turnover delle pur legittime ferie del personale sanitario. La pandemia ci ha fatti pentire amaramente delle scelte di politica sanitaria fatte nel recente passato ed abbiamo pagato a caro prezzo gli errori di programmazione e investimenti commessi in materia di governance sanitaria. Ora proviamo a non compiere leggerezze che potremmo dover pagare in termini di carenze assistenziali invalidanti e socialmente estremamente onerose nel medio e lungo periodo”, conclude.

Le precisazioni del Policlinico Riuniti

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