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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Traiano: il ragazzo condannato a 16 anni per aver sferrato la coltellata fatale nella lista dei testi

Oggi l'udienza del processo in Corte d'Assise a carico di quattro giovani foggiani. Dopo due assenze per dichiarata malattia, compare in aula accompagnato dai carabinieri uno dei testi della lista Tufo

Ammette di non conoscere l'imputato Antonio Tufo (“siamo cugini di quinto grado ma non lo conosco, non l’ho mai visto”, puntualizza) e di non aver mai consegnato “buste nere” a nessuno degli imputati alla sbarra per il processo relativo alla sanguinosa rapina al bar ‘Gocce di Caffè’ di Foggia, al termine della quale venne ferito a morte il 38enne Francesco Traiano, titolare dell’attività. Queste le dichiarazioni rese in aula dal teste della difesa (lista Tufo, avvocato Ettore Censano), comparso in aula accompagnato dai carabinieri, dopo due assenze per dichiarata malattia. L’uomo è stato ascoltato nell’ambito del processo a carico di Antonio Tufo, Christian Consalvo e Antonio Bernardo, attualmente detenuti in via delle Casermette, e Simone Pio Amorico, l’unico sottoposto ai domiciliari.

"C'era sangue dappertutto" 

Il teste è stato quindi sottoposto all’esame diretto della difesa (il legale Censano è stato sostituito dal collega Carlo Alberto Mari) e al controesame della pm Rosa Pensa e di alcuni dei legali di parte civile. In particolare, è stato chiesto dalla pubblica accusa come mai fosse presente una sua impronta su uno dei sacchi scuri utilizzati dagli indagati per il compimento della rapina: “Non so che dire”, la risposta del teste che ha aggiunto: “In questura ho firmato dei fogli ma sono stato costretto, non li ho nemmeno letti”.

Quindi la sollecitazione botta-e-risposta con un avvocato di parte civile: “Le hanno afferrato la mano per costringerla a firmare?”. La risposta: “No, la mano era libera”. La pm, intanto, ha chiesto la trasmissione del verbale nel suo ufficio. Il processo proseguirà a fine mese, quando comparirà in aula il 17enne della banda, già condannato a 16 anni di reclusione, al termine del processo con rito abbreviato celebrato al Tribunale per i Minorenni di Bari. Il giovane, minorenne all’epoca dei fatti, è accusato di aver sferrato il fendente che si è rivelato fatale per Traiano. Il processo, lo ricordiamo, si sta celebrando in Corte d'Assise, a Foggia, dinanzi al giudice Mario Talani.

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