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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Imputati in aula, ma una lombalgia blocca il teste della difesa: slitta ad aprile il processo per l'omicidio Traiano

La Corte, presidente Talani, ha disposto ai carabinieri l’ordine di garantire la presenza dell'uomo in aula. In chiusura di udienza, è stato accolto e aggiunto al fascicolo un documento fornito da una compagnia telefonica che attesta la reale appartenenza di una utenza cellulare

Gli imputati sono in aula, uno in presenza e gli altri tre collegati da remoto dal carcere di Foggia; una lombalgia acuta, però, blocca il teste della difesa, che già nella passata udienza non era comparso per motivi di salute certificati. Slitta, quindi, ad aprile l’udienza del processo Traiano, che vede quattro giovani foggiani alla sbarra, accusati a vario titolo per la sanguinosa rapina al bar 'Gocce di Caffè', a Foggia, al termine della quale venne ferito a morte il 38enne Francesco Traiano, titolare dell’attività.

Imputati nel procedimento sono Antonio Tufo, Christian Consalvo e Antonio Bernardo, attualmente detenuti in via delle Casermette, e Simone Pio Amorico, l’unico sottoposto ai domiciliari e presente in aula. Per la vicenda, lo ricordiamo, è stato già condannato a 16 anni di reclusione, al termine del processo con rito abbreviato celebrato al Tribunale per i Minorenni di Bari, il quinto elemento del gruppo, minorenne all’epoca dei fatti, accusato di aver sferrato il fendente che si è rivelato fatale per Traiano.

Il processo si sta svolgendo in Corte d’Assise: questa mattina, dinanzi al presidente Mario Talani, era previsto, per la seconda volta, l'ascolto del secondo teste delle difese (lista Tufo, avvocato Ettore Censano). Stante l’impossibilità dell’uomo a comparire, l’udienza è stata riprogrammata a inizio aprile, quando lo stesso sarà ascoltato dalla difesa, e controesaminato dalla pm Rosa Pensa e dai legali patroni di parte civile (avvocati Gianluca Ursitti e Raul Pellegrini). La Corte ha quindi disposto ai carabinieri l’ordine coattivo di garantire la presenza del teste in aula. In chiusura di udienza, infine, è stato accolto e aggiunto al fascicolo un documento fornito da una compagnia telefonica che attesta la reale appartenenza di uno dei numeri telefonici entrati in contatto con quello di un imputato.

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