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Cronaca

Morto ammazzato dalla mafia foggiana, 36 condannati dovranno risarcire un milione di euro

Maxi processo Panunzio: notificata a foggiani e sanseveresi l'intimazione a pagare del Ministero dell'Interno a titolo di risarcimento allo Stato. 13 sono deceduti: dovranno pagare gli eredi

Sono 36 i foggiani e sanseveresi che dovranno risarcire lo Stato per il maxi-processo Panunzio, celebrato a Foggia negli anni ’90 e che per la prima volta sancì la mafiosità della criminalità foggiana. Ne dà notizia oggi La Gazzetta del Mezzogiorno. Dopo la sentenza del Tribunale civile di Bari, il Ministero degli Interni ha chiesto il versamento di un milione di euro, anche per evitare la prescrizione.

Dei 36 condannati nove sono attualmente detenuti per altre vicende processuali e 13 sono deceduti, 12 dei quali morti ammazzati in agguati di mafia. In questo caso, l’atto ministeriale è stato notificato agli eredi. La sentenza del giudice civile di Bari è diventata definitiva: chi può economicamente risarcire i danni deve farlo, salvo poi rivalersi in sede civilistica su chi non lo fa.

Costituitasi parte civile, l’Avvocatura dello Stato nel 2002 chiese il risarcimento per conto della presidenza del consiglio dei ministri e del ministero dell’Interno, quantificando in 11 milioni i danni materiali e morali sofferti. Il Tribunale civile di Bari nel 2011 accolse il ricorso e liquidò in sei milioni il risarcimento da corrispondere: 5 milioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e un milione al Ministero dell’Interno. La Corte di Cassazione stabili che «il Governo e il ministero dell’Interno sono portatori di un autonomo diritto ad agire per il soddisfacimento dei propri interessi, per aver subìto danni dall’attività criminosa».

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