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Cronaca

Maxi processo alla mafia foggiana: il Comune non si è costituito parte civile. Udienza rinviata ad ottobre, 44 i soggetti coinvolti

Istanze presentate dalla Regione Puglia, dalle associazioni 'Libera', 'Giovanni Panunzio' e 'Fai', dalla Fondazione 'Buon Samaritano', Camera di Commercio, Confindustria Puglia e Confindustria Foggia. Daniela Marcone: "La presenza del Comune di Foggia sarebbe stato un segnale di grande peso per la città, dopo lo scioglimento per mafia"

Depositate le istanze per la costituzione di parte civile nell'ambito del processo alla mafia foggiana 'Decima Azione bis'.

L'ammissione delle stesse, così come la decisione sul rinvio a giudizio dei 44 soggetti coinvolti nell'inchiesta, come presunti gregari o affiliati ai clan mafiosi foggiani, verrà sciolta nella prossima udienza, già fissata ad ottobre.

Quest'oggi, nell'ambito dell'udienza preliminare tenuta nell'aula bunker del Tribunale di Bitonto, dinanzi al gup Antonella Cafagna, hanno chiesto di costituirsi parte civile nel procedimento vari enti e associazioni, tra cui la Regione Puglia, le associazioni antimafia 'Libera' e 'Giovanni Panunzio', l'associazione antiracket 'Fai' di Tano Grasso, la Fondazione antiusura 'Buon Samaritano', nonchè Camera di Commercio, Confindustria Puglia e Confindustria Foggia.

"C'è grande attenzione attorno al processo Decima Azione bis", spiega a FoggiaToday Daniela Marcone, vice presidente nazionale di Libera. "Ci sono 44 imputati e potremmo definirlo un maxi-processo alla mafia foggiana. Abbiamo appreso - aggiunge - della mancata costituzione del Comune di Foggia e stiamo facendo le nostre valutazioni. Non sappiamo da cosa sia dipesa questa decisione: il Comune, seppure commissariato, ne aveva tecnicamente facoltà. Attenderemo di parlare con l'ufficio legale dell'Ente. Sarebbe stato un segnale di grande peso per la città, dopo lo scioglimento per mafia".

"E' davvero importante che varie associazioni abbiano fatto richiesta per costituirsi parte civile nel procedimento Decima Azione bis, al netto delle eccezioni e delle conferme del giudice", aggiunge Dimitri Cavallaro Lioi, presidente dell'associazione 'Giovanni Panunzio'. "E' una linea di azione di antimafia antisociale sulla quale stiamo battendo molto, e chiediamo a tutte le realtà che hanno tale possibilità di fare questo passo, perchè significa dare visibilità ai processi, conoscere quello che accade nelle aule di giustizia e far valere le nostre ragioni, insieme a quelle delle persone offese".

"E' importante, però - conclude - che anche i singoli imprenditori si costituiscano a livello personale, oltre che associativo. Non siamo più ai tempi di Panunzio: ci sono altri strumenti e una sensibilità maggiore. E' questo il prossimo scatto che spero di registrare presto". 

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