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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

La polizia di Foggia tira le somme. Il questore: "Clan alla finestra, reati in calo"

Diminuiscono in generale i reati commessi, ma aumentano gli omicidi: quattro in più rispetto allo scorso anno, sette i casi risolti

La questura di Foggia tira le somme di un anno impegnativo, intenso. E tutto sommato, la ‘fotografia’ che ne viene fuori non è delle peggiori. Almeno stando ai numeri statistici raccolti negli ultimi dodici mesi, che danno le coordinate dell’attività preventiva e repressiva effettuata in Capitanata. “I clan sono alla finestra, i reati sono in calo”, sintetizza il questore Piernicola Silvis.

In generale, nel 2016, in tutta la provincia di Foggia, il numero dei reati commessi è calato da 28mila e 24mila. Stazionari rispetto all’anno precedente il numero dei furti in abitazione e quello dei furti di auto, di cui però la città di Foggia è maglia nera (è il comune in cui si registrano più casi). Stazionaria - almeno stando alle denunce, ai reati-spia e alla conoscenza del territorio – anche la situazione legata alla pratica delle estorsioni, antica piaga foggiana.

Di contro, sono aumentati gli omicidi - 15 nel 2016, quattro in più rispetto all’anno precedente - di cui sette casi risolti. “Si tratta di fatti di sangue causati da competizioni tra pregiudicati”, puntualizza il questore Silvis, “ma non legati alla criminalità organizzata”. In aumento anche gli arresti operati: nell’anno ormai concluso sono stati oltre 500 (+ 150), mentre sono stati effettuati 4mila servizi di pattugliamento del territorio, grazie ai quali sono state controllate ed identificate circa 30mila persone. Eseguiti, in tutta la provincia, 55 attività di sfratto (39 nel Foggiano, il resto nella città capoluogo), “numeri che sono indice di una grave situazione di degrado sociale”.

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Preoccupante, ma sotto controllo, la situazione dei migranti in Capitanata: importanti servizi di controllo del territorio sono stati predisposti nel Quartiere Ferrovia a Foggia (i cosiddetti ‘pattuglioni’) che intendono prevenire e reprimere i reati più diffusi nella zona stazione: dalla prostituzione all’abusivismo commerciale. Viene invece costantemente monitorata la realtà del Cara di Borgo Mezzanone e della sua ‘pista’, il ghetto che corre attorno al centro richiedenti asilo e spesso teatro di disordini e reati di vario genere.

Sul fronte della malavita, intesa in senso stretto, la città sta vivendo un momento di stasi. Non ci sarebbero, secondo gli inquirenti, riorganizzazioni dei clan in atto, ma scontri tra gli stessi che hanno causato ferimenti e agguati, anche mortali. “Una situazione che purtroppo va avanti da anni”, puntualizza Silvis. Tante le operazioni importanti messe a segno nel corso dell’anno: tra queste, gli otto fermi eseguito su richiesta della DDA di Bari, nei confronti di esponenti e soggetti vicini ai clan della Società Foggiana, l’operazione ‘Le Iene’ che ha individuato lo 'zoccolo duro' degli specialisti agli assalti a caveau (tra cui NP Service al Villaggio Artigiani) portavalori o la cattura del latitante Paolo Sorbo.

Importanti risultati sono stati raccolti anche dalla Polizia Ferroviaria sul fronte della repressione dei furti di rame, reato che vede la provincia di Foggia come principale “terreno di caccia” della penisola. Un momento importante, ricorda il questore, è stata la visita del Prefetto Franco Gabrielli, capo della Polizia di Stato, ospite della struttura di via Gramsci per mostrare la sua vicinanza agli agenti foggiani, fare il punto della situazione sul fronte delle emergenze locali e gettare le basi di una riorganizzazione del personale in forza a questura e commissariati di Capitanata, in vista dei necessari potenziamenti di personale. “Una presenza esclusiva (non vi erano convegni o altre attività concomitanti) che dimostra – conclude il questore – come la provincia di Foggia sia, in Italia, una delle più attenzionate dal Ministero”.

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