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Cronaca

Settantadue suicidi tra le divise, il foggiano Mascione nell'Osservatorio nazionale per arginare il fenomeno

Il presidente della neonata associazione 'Invisibili' entra nel gruppo di lavoro istituito da 'ConDivisa Sicurezza e Giustizia'. Obiettivo: analizzare il fenomeno, sostenere e promuovere soluzioni di aiuto

Sono stati 72 i suicidi avvenuti nel corso del 2022 tra gli uomini in divisa, in Italia. Un numero abnorme, sintomo di un malessere diffuso che non può essere più ignorato. Per questo motivo, l'associazione 'ConDivisa Sicurezza e Giustizia', che ha sede a Catanzaro, ha istituito un tavolo di lavoro nazionale per analizzare il fenomeno, e sostenere e promuovere soluzioni.

Nel gruppo di lavoro, promosso dalla presidentessa dell’associazione, l’avvocatessa Lia Staropoli, c’è anche il foggiano Pietro Paolo Mascione, poliziotto e presidente nazionale dell’associazione ‘Invisibili’ (di cosa si tratta). Il tavolo intende ricercare le cause che portano tanti appartenenti delle forze dell'ordine, delle forze armate o dell'intelligence a togliersi la vita, molto spesso utilizzando l’arma di servizio, con l’obiettivo di varare strategie di prevenzione.

“Non celo che dietro l’orgoglioso peso dell’uniforme c’è una grandissima responsabilità nei confronti dello Stato che si proietta nel cittadino con i quali bisogna, in alcuni casi, anche improvvisarsi psicologo, avvocato, educatore, assistente sociale e molto altro, nel tentativo di dare risposte che ripristino sicurezza e soprattutto diano tranquillità e fiducia nelle istituzioni”, spiega a FoggiaToday Mascione.

“Ma è altrettanto vero che dietro ad ogni divisa c’è un uomo e una donna, con un vissuto e con un’anima carica anche di virtuose fragilità umane. Le stesse che ci fanno rimanere vegli la notte, che tarlano i nostri pensieri perché nell’immaginario comune noi dobbiamo, per giuramento, rimanere integerrimi, irremovibili, resilienti. Ce lo hanno insegnato quando eravamo allievi e ce lo impongono tacitamente oggi che siamo pubblici ufficiali”, continua.

“Eppure cos’è questa strage silenziosa di suicidi tra le forze dell'ordine che ha registrato nel 2022 settantadue morti? Perché un collega della stradale, di soli 32 anni, in una piazzola di servizio dell'autostrada Torino-Monte Bianco si tira un colpo di pistola alla tempia? Il suicidio è un evento multifattoriale che può avere moltissime motivazioni. In genere per ogni suicidio riuscito ci sono da quattro a otto tentativi, ma avendo un’arma in mano questa statistica assume un peso rilevante”, aggiunge.

"Il flagello che si sta abbattendo in questi anni nelle forze dell’ordine è la prova che quell’immagine granitica del poliziotto è solo l’utopica visione di un sistema che ci vuole performanti fisicamente e mentalmente senza tuttavia riconoscere che la vera prevenzione funziona al meglio quando si è consapevoli che tutti siamo potenzialmente vulnerabili e quindi potenzialmente vittime di sé stessi”. Mascione fa suo l’esempio del padre Antonio (leggi la storia), al quale venne brutalmente assassinata la prima moglie, in ragione della divisa ceh indossava. Nonostante il dolore, non cedette. E trasferì le sue attenzioni nei confronti dei giovani militari che lo circondavano.

“Questo me lo ha insegnato mio padre che avrebbe potuto cedere alla tentazione di lasciarsi andare al pensiero inconsulto di porre fine al proprio dolore, quando la moglie, in ragione della divisa da lui indossava, le fu brutalmente uccisa. Ricordo mio padre quando comandava l'Anticrimine a Foggia: l'alloggio di servizio sempre frequentato dai suoi ragazzi, il suo ‘mettersi in mezzo’ alle loro vite senza chiedere il permesso, il suo chiamare i genitori di ognuno per chiedere se tutto andava bene”, racconta.

“Penso che siamo passati da un estremo ad un altro. Noto un sordo desiderio di ascesa al comando, ad essere meglio dell'altro, un qualcosa che spesso sfocia in arroganza e presunzione.  Penso che non ci sia più sensibilità né tantomeno amore, per i propri simili e colleghi, unico sentimento che alimenta il buon funzionamento di ogni umana aggregazione. Ringrazio Lia Staropoli, presidente dell'associazione ‘ConDivisa’ per avermi dato l'onore di appartenere al gruppo di lavoro sull'analisi del fenomeno dei suicidi in divisa che si propone di individuare le cause che determinano gesti estremi come il suicidio e di indicare soluzioni per tentare di prevenire e arginare questi casi”, conclude.

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