rotate-mobile
Cronaca

"Voglio tutelarmi", ma il padre gli nega il vaccino. Figlio 13enne si oppone e il giudice gli dà ragione: "Ho vinto la mia battaglia"

L'adolescente incassa il parere positivo del giudice e gioisce: "Ho vinto la mia battaglia". Tale decisione è stata messa, nero su bianco, nell’ordinanza del Tribunale di Foggia dello scorso 13 novembre

“Ho vinto la mia battaglia, potrò vaccinarmi”. Giovanni, 13enne di un paese della provincia di Foggia, potrà presto sottoporsi al vaccino anti-Covid grazie ad una ordinanza del giudice della I sezione civile del Tribunale di Foggia, Luca Stanziola, che ha autorizzato la somministrazione del siero pur in assenza dell’approvazione di uno dei genitori. 

Un risultato, questo, che l’adolescente ha fortemente voluto e perseguito, al punto da ricorrere all’aula di giustizia dove, ascoltato in forma protetta, ha ribadito con fermezza: “Mi voglio tutelare”. La sua risolutezza ha indotto il giudice ad autorizzare la vaccinazione del 13enne nonostante il mancato consenso del padre.

Tale decisione è stata messa, nero su bianco, nell’ordinanza del Tribunale di Foggia dello scorso 13 novembre, che confluisce all’interno del procedimento per la cessazione degli effetti civili del matrimonio dei genitori. Tale risultato, tra i primi nel Foggiano, si inserisce in un indirizzo di giurisprudenza che sta raccogliendo sempre più casi in Italia.

“Il bambino aveva più volte espresso la volontà di vaccinarsi per evitare di essere colpito dal Covid-19”, spiega a FoggiaToday l’avvocato Mario Tredanari che ha seguito il caso. Il ricorso, infatti, trae origine dal rifiuto del padre (separato) ad  autorizzare il figlio minore (collocato presso la madre) alla somministrazione del vaccino. “Il 13enne, con tutte le tutele e le protezioni del caso, è stato ascoltato in Camera di Consiglio confermando e motivando, punto per punto, quella che era la sua volontà”, continua il legale. “Alla luce di tale colloquio il giudice ha accolto pienamente il ricorso”.

A supportare tale decisione, vi era anche il nulla osta all’inoculazione del siero, da parte del pediatra di riferimento che, non  manifestando contrarietà al riguardo, ha valorizzato sul punto l’esigenza di tutela della salute del minore. “Sin dall’inizio del nuovo anno scolastico, Giovanni aveva manifestato la ferma volontà di sottoporsi al vaccino”, ripercorre la madre. Questo per vari motivi: “Per tutelare dalla malattia sé stesso e i nonni (pazienti fragili), ai quali è molto legato. Ma anche per riprendere in mano, con maggiore tranquillità, quelle che sono le sue passioni e i suoi impegni: dal calcio alle altre attività che segue“.

Il padre, che in un primo momento aveva acconsentito alla vaccinazione, ha poi negato il proprio benestare alla vaccinazione, nonostante i solleciti e le ripetute promesse: “Quando è stato negato il vaccino per mio figlio è stata una delusione, una doccia fredda”, racconta la donna. Da qui la decisione di rivolgersi al Tribunale che ha accolto il ricorso, “sussistendo da un lato la piena e chiara volontà del minore a sottoporsi al vaccino anti Covid-19 e, dall’altro lato, l’assenza di circostanze ostative alla somministrazione”. Prenotato, quindi, il vaccino, tra pochi giorni Giovanni potrà esercitare - carta canta - un suo diritto. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Voglio tutelarmi", ma il padre gli nega il vaccino. Figlio 13enne si oppone e il giudice gli dà ragione: "Ho vinto la mia battaglia"

FoggiaToday è in caricamento