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Cronaca Manfredonia

Violenze sui pazienti, carcere per gli oss e dipendenti licenziati per non aver denunciato: "Misura legittima"

"Misura espulsiva pienamente legittima". Il comunicato della cooperativa Santa Chiara che gestisce la rsa Stella Maris di Siponto (Manfredonia). Carcere per tre dei quattro oss arrestati

A seguito degli arresti avvenuti nel mese di agosto 2022 nei confronti di quattro dipendenti della Stella Maris di Siponto a Manfredonia (il video delle violenze), accusati di gravi atti di maltrattamento nei confronti di almeno 14 pazienti della Stella Maris, la cooperativa Santa Chiara che gestisce la Rsa, ha avviato una approfondita indagine interna, basata anche sulle risultanze della pregevole attività investigativa della Questura di Foggia e sui provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria. "Tale indagine ha consentito di accertare che altri dipendenti della società, pur non direttamente coinvolti nelle azioni delittuose, ne erano a conoscenza, omettendo però di informare la società (che diversamente avrebbe preso immediati provvedimenti a tutela dei propri ospiti). La conseguenza di tale accertamento è stato il licenziamento per giusta causa di tutti questi dipendenti".

Nei giorni scorsi era stata ottenuta dalla Procura di Foggia la misura più severa del carcere per tre dei quattro operatori socio-sanitari arrestati insieme a Domenico Nuzziello: Antonio Vero, Michele Salcuni e Mariano Paganini.

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Secondo la società che gestisce la Rsa Stella Maris, "nel corso di numerose conferenze stampa (e dirette social) e poi in sede giudiziaria, gli ex dipendenti, assistiti mediaticamente da un’avvocata locale e poi giudiziariamente da altri professionisti", avrebbero, si legge in un comunicato stampa, “falsamente affermato che la società fosse consapevole di tali illeciti, definendo “ritorsivo” il licenziamento e hanno ipotizzato, da parte della società, l’utilizzo di atti asseritamente coperti da “segreto istruttorio”.

All’udienza del 13 dicembre 2022 il Giudice del Lavoro, sulla prima delle controversie proposte dai lavoratori licenziati, si è pronunciato in totale favore della Coop. Santa Chiara, recependo in pieno la tesi difensiva degli avvocati Romeo Tigre e Mariantonietta Scarano.

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Questi alcuni passaggi. Nel merito delle accuse di “omertà” da parte del dipendente, il Giudice è molto esplicito: "Attese le sue mansioni, il ricorrente doveva infatti ritenersi gravato da specifici obblighi di garanzia e protezione contro qualsivoglia pericolo nei confronti degli sventurati ospiti della struttura teatro dell’accaduto. Il contenuto dei messaggi whatsapp invocati dal ricorrente non integra una rituale segnalazione di quei gravi episodi. Nei messaggi di testo assolutamente nulla si dice in ordine all’origine violenta di quelle lesioni … questi si è reso, sistematicamente, sin dal momento della sua assunzione, inerte spettatore dei gravissimi fatti materialmente messi in essere dai colleghi di lavoro in danno di soggetti in condizione di minorata difesa".

Sulla valutazione di gravità di tale comportamento, e quindi sulla scelta della misura estrema del licenziamento, il Giudice ritiene pienamente legittime le decisioni della Società: "Stando così le cose, la violazione - consapevole e sistematica - dell’obbligo di garanziaa è mancanza gravissima, correttamente valorizzata quale dal datore di lavoro, anche (ma non solo) per il clamore mediatico che la vicenda ha avuto e che indubbiamente ha coinvolto la attività di accoglienza gestita dalla Cooperativa, togliendole credibilità. Proprio la disposizione del Ccnl richiamata in ricorso espressamente sanziona con il licenziamento “la grave negligenza nell’esecuzione dei lavori o di ordini che implichino pregiudizio all’incolumità delle persone”.

Sicchè, vuoi per espressa disposizione contrattuale, vuoi in applicazione della clausola generale, la misura espulsiva è stata pienamente legittima".

La Cooperativa Santa Chiara fa sapere che proseguirà, in ogni sede, a tutelare i suoi ospiti e il proprio buon nome. Non replicherà ad ulteriori iniziative mediatiche ("alcune delle quali recenti") se non dopo aver perseguito giudizialmente ogni lesione dei propri diritti.



 

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