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Cronaca San Severo

San Severo, l’ordinanza ‘movida’ non piace ai giovani: “Iniqua e inaccettabile”

L’ordinanza arrecherebbe danni agli esercenti e ai giovani della città, che sarebbero costretti a cercare svago e divertimento in altri paesi della provincia

Con l’ordinanza n.163 del 17 giugno, il Comune di San Severo ha imposto pesanti limitazioni alla movida della nostra città, vietando ogni tipo di intrattenimento o spettacolo musicale oltre le 24 nei giorni feriali e le 00.30 dei giorni prefestivi. Tale provvedimento, che comporta una pesante limitazione per i locali notturni, danneggia, inoltre, i giovani della nostra città. E’ risaputo, infatti, che il calendario di eventi offerto è scarso e che le opportunità di intrattenimento sono già molto poche. La limitazione imposta riduce ulteriormente tali opportunità, costringendo i giovani a cercare fuori dalla nostra città svago e divertimento.

Eppure non è lontana, nella memoria della cittadinanza, la serie di incidenti (alcuni dei quali mortali) che coinvolsero, durante la precedente estate, giovani della nostra città che si recavano fuori paese per divertirsi. Una tale limitazione non potrebbe che aggravare la situazione.  

Danno per gli esercenti e danno per i giovani, dunque. E sembrerebbe non esserci una via di mezzo: non una limitazione delle emissioni sonore, non una flessibilità di orari almeno nel week end. Dopo la mezzanotte deve cessare ogni tipo di intrattenimento all’aperto. Come se fossimo la città di Cenerentola.

Riteniamo tale imposizione, oltre che iniqua, assolutamente inaccettabile. Così come è inaccettabile che a tale ordinanza si sia arrivati senza nemmeno coinvolgere gli interessati. Solo ora, in seguito alla spontanea mobilitazione degli esercenti e dei giovani, l’amministrazione comunale sceglie di coinvolgere i primi e non i secondi. Sembrerebbe, infatti, che i giovani non debbano dire la loro sulla movida.

Ci chiediamo, infine, quanto sia prioritario il problema di emissioni sonore d’estate, quando la nostra città vive una condizione di illegalità diffusa che l’hanno resa completamente invivibile. Impiegare risorse e organico per le emissioni sonore, trascurando reati molto più offensivi e pericolosi per la sicurezza pubblica, ci sembra del tutto irrazionale.

E’ vero, in entrambi i casi si parla di illegalità (nessuno, infatti, intende legalizzare la “musica a tutta birra” come il sindaco ci accusa di fare), ma è altrettanto vero che un po’ di musica non potrà mai nuocere alla collettività quanto lo spaccio di sostanze stupefacenti e reati affini.

Se già l’esclusione delle principali organizzazioni giovanili lancia un messaggio molto negativo alla nostra generazione, speriamo quantomeno che l’amministrazione dimostri una benché minima inclinazione al dialogo e che accetti le richieste concordate dagli esercenti e dai giovani. Conciliare esigenze contrapposte, per un organo politico, non dovrebbe essere poi così difficile. E speriamo, poi, che accanto alle limitazioni, l’amministrazione comunale si faccia promotrice di un calendario di eventi che offra svago e divertimento di una certa qualità alla nostra città.

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