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Cronaca

Non trova lavoro per la sua fedina penale, Alessandro gli dà una seconda chance: "Ha voglia di ricominciare"

L'uomo, 33enne foggiano e padre di una bambina, non riusciva a trovare lavoro per via della macchia sulla sua fedina penale. Ora ha firmato un contratto di 6 mesi, come dipendente di una pizzeria di Bologna, gestita da un suo conterraneo

L’opportunità di una seconda chance per Rino, 33enne foggiano, arriva da Bologna. E’ qui che l’uomo, agli arresti domiciliari per “vecchi errori”, ha lanciato un appello per trovare un lavoro e ricominciare la sua vita seguendo la retta via direttamente ai colleghi di BolognaToday, ai quali si era rivolto in cerca di aiuto.

L’uomo, padre di una bambina di 6 anni, infatti, ha scelto di scontare la sua pena di due anni nel bolognese (a Galliera) pensando di avere più opportunità di lavoro. Ma così non è stato. "E' sempre la stessa storia: leggono il mio curriculum vitae e mi chiamano, per poi interrompere ogni trattativa quando scoprono che la mia fedina penale non è candida. Le persone si spaventano perché pensano che io possa essere una persona poco affidabile per il mio passato”, racconta. Da qui la decisione di lanciare un appello pubblico. E la sua richiesta non è caduta nel vuoto. L’uomo, con esperienza decennale nel campo dell’idraulica e una forte passione per la cucina (“Le mie specialità sono le pizze e i panzerotti”, precisa) è stato accolto nella squadra di Alessandro (anche lui foggiano trapiantato a Bologna), il titolare di una pizzeria bolognese, dentro al vecchio mercato coperto di Santa Viola.

Alessandro e Rino si sono incontrati prima dell'estate, hanno parlato, fatto dei colloqui e si sono conosciuti un po' meglio. A settembre Rino ha firmato un contratto di lavoro ed è adesso, a tutti gli effetti, un dipendente dell’attività. L'emozione si sente e non c'è spazio per i commenti perché il 34enne è impegnato sul banco: "Grazie a chi ha reso possibile questo" dice tornando il suo lavoro e con un sorriso stampato sul viso. Come fa a lavorare in pizzeria se è ai domiciliari? Questo gli chiedono tutti. Si può, se il giudice lo ritiene fattibile, nel rispetto di regole e orari, con qualche controllo da parte delle forze dell'ordine. E così è stato anche per lui: adesso, si spera, anche altri imprenditori sapranno che c'è una possibilità che forse non avevano mai preso in considerazione. 

“Io e Rino siamo entrambi di Foggia e so bene che in alcuni contesti commettere uno sbaglio è fin troppo semplice”, ha spiegato Alessandro. “Mi ha colpito la sua grande voglia di ricominciare, la scelta radicale di trasferirsi dalla Puglia a Bologna per segnare un punto di rottura e riprendere in mano la sua vita, chiedendo solo di avere una seconda possibilità. Anche per poter fare il padre e contribuire al mantenimento di suo figlio. E quel 'perché no?' è arrivato anche da una situazione di difficoltà nel trovare personale e di grande turnover, soprattutto nel settore della ristorazione. Ho pensato che lui poteva essere la persona giusta, anche per la sua passione per la cucina e i lievitati”, racconta

Dal punto di vista burocratico, “non ho avuto alcun problema, sono stati aspetti che, grazie all’avvocato di Rino, si sono sciolti tutti in un lasso molto breve. Infatti, Rino ha già un contratto firmato ed è qui in pizzeria a lavorare. Chiaramente è soggetto a dei controlli (e i carabinieri sono già passati una volta) e ha degli orari da rispettare", aggiunge. Come sono andati i primi giorni? "Direi bene”, commenta Alessandro. “Ha legato con i colleghi e sta prendendo confidenza con ritmi e modalità di lavoro. L'impressione che fosse un ragazzo a posto è stata confermata, tanto che il contratto che ha firmato è comunque di sei mesi. Ma se le cose andranno come mi auguro, e se lui vorrà, mi piacerebbe costruire una squadra solida perchè ho dei bei progetti in cantiere e potremmo realizzarli insieme. E' una visione a lungo termine insomma", conclude.

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