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Cronaca

Bombe per conto dei clan, violente rapine e possesso di armi: cinque arresti tra Foggia e Vieste

Operazione Chorus a Foggia. Tre arresti in città per due rapine ai danni di un bar e di una tabaccheria. Due a Vieste per detenzione di ordigni per conto dei clan

Sempre nell'ambito dell'operazione Chorus e dei sedici arresti eseguiti questa mattina da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, a Foggia e Vieste i carabinieri del comando provinciale hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di cinque persone, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di fabbricazione e detenzione di ordigni esplodenti, rapine aggravate, porto e detenzione illegale di armi. 

Nello specifico, i militari hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di Vincenzo Colucci classe 99, Sergio Peekhodko classe 98 e Pasquale Carbone classe 97, gravemente indiziati di reati predatori caratterizzati da particolare violenza e spregiudicatezza.

A loro vengono contestati i reati di rapina aggravata e possesso di armi comuni da sparo in concorso, con riferimento a due rapine ai danni di altrettanti esercizi pubblici della città, il 25 aprile 2016 presso il bar "Terzo Millennio" e il 29 novembre 2017 presso una tabaccheria di viale Leone XIII.

Le immagini delle rapine

E un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di Michele Notarangelo, cl. '96, e Michele Pinto, cl. 95, gravemente indiziati dei reati di possesso illegale di micidiale materiale esplodente per conto del clan di riferimento. 

L'ordinanza costituisce l'esito in sede cautelare delle indagini iniziate lo scorso 17 settembre, allorquando i carabinieri di Vieste arrestarono in flagranza l'incensurato N.P. cl. '93, sorpreso a custodire cinque micidiali ordigni esplosivi di fabbricazione artigianale, del peso di due chilogrammi ciascuno. In particolare, le attività di indagine intraprese successivamente all'arresto del ragazzo determinavano l'acquisizione di elementi probatori tali da delineare le responsabilità dei predetti soggetti, per conto dei quali Ninni deteneva illecitamente il materiale esplosivo.

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