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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Orta Nova

"Sono confuso". Tammaro ammette le sue responsabilità per l'omicidio Gaeta ma si avvale della facoltà di non rispondere

Il 26enne di Orta Nova si è detto disponibile ad essere interrogato in un secondo momento. Il gip, quindi, ha confermato la misura cautelare in carcere (resta in isolamento nel penitenziario di Lucera), ma ha rigettato ogni richiesta di colloquio con familiari

Udienza di convalida per Mirko Tammaro, il 26enne di Orta Nova ritenuto responsabile dell’omicidio di Andrea Gaeta, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorsi. Il ragazzo, che alcune ore dopo il fatto di sangue si è costituito dai carabinieri di Termoli, è comparso questa mattina davanti al gip del Tribunale di Foggia, ammettendo le proprie responsabilità ma avvalendosi, al momento, della facoltà di non rispondere. “Sono ancora confuso”, ha dichiarato il 26enne, evidenziando la volontà di essere interrogato in un secondo momento. Il gip, quindi, ha confermato la misura cautelare in carcere (resta in isolamento nel penitenziario di Lucera), ma ha rigettato ogni richiesta di colloquio con familiari.

La gelosia per la ex, gli spari davanti agli amici e la fuga: la ricostruzione dell'omicidio di Andrea Gaeta

Dietro l’omicidio ci sarebbe la gelosia nutrita da Tammaro nei confronti di Andrea Gaeta, 20 anni, colpevole di aver passato la serata in un bar del paese, con l’ex fidanzata del fermato ed altri amici. Per tutta la serata, come si legge nel decreto di fermo, “Tammaro aveva tempestato di telefonate” la ex, che era “visibilmente intimorita dall’uomo che le rivolgeva minacce di morte”. La comitiva di amici si è poi allontanata a bordo della Bmw di Gaeta ma è stata raggiunta da quella del 26enne, che “inizia a lampeggiare insistentemente pretendendo che Geta accostasse; una volta affiancata l’auto e notata la presenza dell’ex fidanzata”, Tammaro invita Gaeta ad uscire dall’abitacolo, “gli si avvicina e dopo aver estratto una pistola di colore scuro esplode 4-5 colpi di arma da fuoco”. Gaeta si rialza, riesce a far ripartire l’auto ma si accascia definitivamente sul volante, sotto lo sguardo attonito degli amici.

Il resto è ricostruito dalle indagini: il 26enne scappa da Orta Nova, si disfa dell’arma - una magnum 357 - lungo la Statale 16, all’altezza di San Ferdinando di Puglia, e si costituisce a Termoli. Interrogato dal gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia, il presunto responsabile del decimo omicidio dell’anno in provincia di Foggia avrebbe fatto scena muta, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Per l'avvocato dei familiari del giovane imprenditore assassinato, quello di Tammaro non sarebbe stato un gesto istintivo o immediato: "Prima del delitto non c'è stata alcuna rissa e nulla poteva far presagire quello che è accaduto. In questo caso c'è anche premeditazione, perchè l'assassino è andato a prendere una pistola, è uscito per le vie di Orta Nova in cerca di Andrea e quando lo ha trovato non gli ha lasciato scampo" (continua a leggere).

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