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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La morte di Traiano che ha sconvolto Foggia

La sanguinosa rapina del 17 settembre 2020 al bar Gocce di Caffè di Foggia, la morte di Francesco Traiano, le indagini, gli arresti e le condanne

Attraverso un comunicato stampa la Questura di Foggia ricostruisce il caso dell’omicidio del titolare del bar tabaccheria ‘Gocce di caffè’, Francesco Traiano, culminato, il 15 luglio scorso - come anticipato su queste colonne pochi minuti dopo la lettura della sentenza - nella condanna decisa dalla Corte d'Assise di Foggia per complessivi 98 anni di carcere dei quattro imputati.

L’autore materiale dell’omicidio - all’epoca dei fatti minorenne - era già stato condannato al termine del processo con rito abbreviato celebrato dinanzi al Tribunale per i Minorenni di Bari. Sedici anni la pena inflittagli per omicidio volontario, rapina e furto dell’auto utilizzata per commettere il furto. "Siamo andati lì per fare una rapina, avevo un coltello per spaventarlo, ma non volevo ucciderlo. Non era quello che doveva succedere. E' una disgrazia per la mia famiglia ma soprattutto per quella di Traiano", questa la confessione in aula.

Nel dettaglio, l’Assise ha condannato Antonio Bernardo e Antonio Tufo rispettivamente a 30 anni di reclusione; 28 anni per Cristian Consalvo e 10 anni per Simone Pio Amorico, l’unico con una posizione ritenuta subalterna al gruppo. La Corte ha ritenuto gli imputati colpevoli del concorso in rapina e del concorso in omicidio, ad eccezione di Amorico che risponde del solo coinvolgimento nella rapina. I quattro imputati, di età compresa tra i 22 e i 24 anni, furono arrestati dagli agenti della squadra mobile nell’ambito dell’operazione ‘Destino’.

Secondo l’accusa avrebbero preso parte tanto alla pianificazione quanto all’esecuzione della rapina, poi sfociata nell’omicidio di Francesco Traiano per mano del più giovane del gruppo. Per quattro degli indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per il quinto la misura degli arresti domiciliari. Alla lettura del verdetto, erano presenti il nipote della vittima, e la madre di Francesco che si è lasciata andare ad un pianto liberatorio. "Ora mio zio può riposare in pace", aveva commentato a caldo, all'esterno dell'aula, Alfredo Traiano al microfono di FoggiaToday.

La sanguinosa rapina

Il 17 settembre 2020, alle 14.10 circa, tre persone, tutte travisate da passamontagna, si erano introdotte all’interno dell’attività commerciale ‘Gocce di Caffè’ al fine di compiere una rapina. Nelle drammatiche fasi dell’evento delittuoso, uno dei tre rapinatori, il minorenne, armato di coltello, al fine di impossessarsi dell’incasso, aveva sferrato all’indirizzo del titolare Francesco Traiano, che si trovava dietro il bancone, una serie di fendenti in direzione del volto, uno dei quali si sarebbe successivamente rivelato letale. Dopo aver inferto alla vittima ulteriori percosse e aver asportato il denaro contenuto nella cassa, i tre rapinatori erano fuggiti a bordo di un’autovettura guidata dal quarto complice. Traiano morirà il 9 ottobre presso l'ospedale Riuniti dopo 23 giorni di agonia.

Le indagini

Gli investigatori della Mobile, coordinanti dalla Procura della Repubblica di Foggia, avevano avviato le indagini partendo dalla visione dei sistemi di videosorveglianza, grazie alle quali erano riusciti a ricostruire tutte le fasi dell’evento delittuoso. Le indagini erano proseguite con appostamenti e pedinamenti anche notturni, nonché con l’utilizzo di sofisticati presidi tecnologici di tipo ambientale che avevano consentito di individuare i responsabili, nonché di ricostruire gli specifici ruoli assunti tanto nelle fasi antecedenti e preparatorie, quanto nelle fasi successive alla rapina. Successivamente era stato individuato un quinto complice, che sebbene non presente sul luogo teatro dei fatti, aveva fornito un apporto significativo nella realizzazione dell’intero programma criminoso.

I preliminari accertamenti espletati mediante l’analitica acquisizione delle telecamere di videosorveglianza, avevano consentito agli investigatori della Squadra Mobile, di ricostuire il percorso utilizzato dai rapinatori per la fuga e di accertare che negli istanti successivi alla rapina, due dei quattro soggetti appartenenti al gruppo d’azione, fossero scesi immediatamente dopo, mentre i restanti due, giunti nelle campagne limitrofe, avessero abbandonato l’autovettura, per poi essere recuperati da un quinto soggetto.

L’attività investigativa aveva consentito di far luce anche sulle fasi antecedenti l’evento delittuoso. In particolare era stato accertato che il 16 settembre 2020, in via Radesca, era stata asportata una Fiat Punto vecchio modello, poi usata il giorno successivo per l’esecuzione della rapina.

L’analisi delle banche dati, unitamente ai sevizi esterni e ai pedinamenti, aveva permesso, il 21 settembre 2020, di rintracciare i motorini utilizzati per il compimento del furto della vettura. La ricostruzione delle abitudini di vita dei primi sospettati aveva consentito altresì l’installazione di presidi tecnologici di tipo telefonico ed ambientale.

L’acquisizione delle fonti di prova è culminata in una serie di perquisizioni poste in essere il 17 dicembre 2020 a carico dei condannati, ai quali erano stati sequestrati dispositivi cellulari, dalla cui analisi forense erano stati estrapolati ulteriori file e conversazioni che avevano permesso di ricostruire le fasi preparatorie dell’azione criminosa, il successivo incendio dell’autovettura nella nottata tra il 17 e 18 settembre, a distanza di 12 ore dalla rapina, nelle campagne dove era stata abbandonata, nonché i futili motivi che avrebbero spinto il gruppo criminale a compiere il colpo. 

Gli arresti

Il 25 febbraio 2021, al termine delle serrate indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Foggia, nell’ambito di procedimenti penali coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo dauno e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bari, era stata data esecuzione a due provvedimenti applicativi di misure cautelari personali di tipo restrittivo nei confronti di cinque persone, una delle quali minorenne, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di omicidio, rapina, furto, ricettazione, incendio e favoreggiamento personale, per la violenta rapina avvenuta il 17 settembre 2020 presso il bar di via Guido Dorso, durante la quale il minorenne armato di coltello aveva cagionato la morte del proprietario, Francesco Paolo Traiano.

Le intercettazioni

Molti sapevano. Tanti volevano sapere. Nessuno aveva parlato. Eppure i nomi di chi “aveva fatto il dammaggio” - ovvero provocato la morte di Francesco Traiano - da tempo giravano in alcune cerchi ristrette, ma anche tra i banchi del ‘Mercato Rosati’, dove lo zio di uno degli indagati ha un banco di frutta e verdura. “Chi ha fatto il dammaggio?” aveva chiesto con leggerezza la madre di uno degli arrestati, senza scomporsi più di tanto dinanzi alla risposta (tutte le intercettazioni). C'è chi sapeva ma ha taciuto: "Nessuno di questi ha collaborato". Vacanze, tatuaggi e nessun pentimento per la morte di Traiano: "Ridevano della possibilità di andare in carcere" (tutti i dettagli).

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