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Cronaca

'No vax, no party' dall'ospedale di Foggia, piovono insulti ai sanitari: "Angeli della morte". Il Riuniti: "Deriva sterile e ottusa che ci preoccupa"

Con un post su Facebook il policlinico Riuniti di Foggia risponde a muso duro agli utenti che hanno insultato gli operatori sanitari per aver mostrato, nel giorno di Ferragosto, un cartello con la scritta: "No vax, no party'. "L'82% dei ricoverati non è vaccinato è un dato incontrovertibile"

L'azienda ospedaliero-universitaria policlinico Riuniti di Foggia non ci sta e affida ad un post su Facebook la replica alle offese e insulti piovuti all'indirizzo di infermieri, medici e operatori sanitari che nel giorno di Ferragosto hanno partecipato alla campagna di comunicazione vaccinale mostrandosi con un cartello 'No vax, no party'.

La risposta del policlinico Riuniti

Da eroi in camice bianco a 'vergognosi nullafacenti discriminatori' e ‘angeli della morte’. Sì, avete letto bene. La colpa? Aver scattato delle foto e mostrato un cartello con la scritta 'No vax, no party'

È facile come respirare cambiare opinione su quella categoria che un anno e mezzo fa riempiva le pagine dei quotidiani per l'elogio al sacrificio, la forza di volontà, l’umanità, la professionalità nel salvare le vite umane; una categoria che suscitava ammirazione: ‘angeli custodi’ della vita, semidei senza tempo a cui anche i supereroi si inchinavano al loro passaggio (chi non ricorda la famosissima immagine?), simbolo di una Italia bella e generosa, unita nella guerra alla morte.

Foto di medici, infermieri, oss in tuta su cui scrivere frasi d’amore per il proprio caro lontano dagli abbracci a causa di turni estenuanti e spesso devastanti, parole dolci per augurare buon compleanno ai figli a cui non poter dare nemmeno un bacio per paura di infettarlo, ritornelli di canzoni per salutare la mamma o il papà prigionieri di quattro mura; foto di momenti con un pezzo di torta mangiato con frugalità con un collega mentre tutti bardati si festeggia il Natale in ospedale, il boom dei balletti TikTok che riempivano di allegria il cuore e di commozione gli occhi per l’empatia di quei momenti così semplici ma liberatori.

E adesso? Adesso, ad agosto 2021, ci si deve difendere nelle aule virtuali delle piattaforme social da fango vero e vere schiere di raffinati pensatori ‘no vax’ poco propensi al confronto civile e costruttivo lontano dai canali della onestà intellettuale e dell’educazione. Le foto? ‘Nullafacenti nei corridoi che non si occupano dei malati’. ‘Vuol dire che non c’è così tanto lavoro: e noi vi paghiamo con i nostri soldi’. ‘Vi segnaliamo e diffidiamo per atteggiamenti discriminatori’.

Ripetiamo 'atteggiamenti discriminatori'. In un ospedale. Nel luogo per eccellenza della democrazia delle cure e dell'accoglienza più indistinta che ci possa essere. Camici bianchi, infermieri, oss che hanno curato, curano e cureranno estremisti del pensiero ‘no vax’ che scrivono: ‘Io non mi vaccino e se mi ammalo mi curate come gli altri, anzi meglio degli altri, con più professionalità e più amore perché le mie tasse servono a pagare le mie cure e i vostri stipendi…’. Come questo tanti altri messaggi, molte minacce, molte offese, molte frasi ingiuriose che ci vergogniamo di riportare (di questo bisognerebbe vergognarsi) e commentare perché lontane dal nostro modo di immaginare un confronto o uno scambio di opinioni pur con idee diverse. Nella libertà di espressione e di pensiero che sempre abbiamo sostenuto e promosso non permettiamo invece il turpiloquio, il clima intimidatorio, le minacce e gli atti persecutori.

L’ospedale sarà sempre dalla parte di tutti i lavoratori che ogni giorno mettono al servizio dei cittadini la propria professionalità e umanità; farà sempre quadrato attorno a chi ha rischiato e rischia ogni giorno la propria incolumità per il bene altrui (leggasi anche aggressioni al personale medico) e lo fa con dedizione e impegno senza distinzione alcuna.

E visto che forse c’è bisogno di spiegare anche l’ovvio, ecco qui la chiave di lettura: ‘No party, no vax’ ricalca una comunicazione oltre che regionale di riflessione alla scelta (ribadiamo scelta) di vaccinarsi per aprirsi alla libertà di poter partecipare a quelle attività che per un anno e mezzo ci sono mancate e per le quali abbiamo chiesto il ripristino con forza e legittimità e che adesso sono regolate da un decreto (n. 105 in vigore dal 6 agosto 2021) che di certo non è il frutto di un pensiero giuridico ispirato dal Policlinico Riuniti

Per il resto ci preme sottolineare che d’ora in avanti le minacce, il turpiloquio o gli insulti non saranno tollerati: gli utenti verranno bannati e il commento eliminato, così come la possibilità di interagire. La netiquette sarà rigorosamente applicata.

Ci sdegna e preoccupa questa deriva sterile e ottusa, priva di basi scientifiche nei confronti di professionisti che ricordano l'importanza di vaccinarsi: non si faccia l’errore di trasformare una scelta in fanatismo. Il dubbio è già più lecito ma i dati ci confortano e segnano una via. Per quanto ci riguarda l’82% dei pazienti ricoverati non è vaccinato e questo è un fatto incontrovertibile.

Scatenare la rabbia contro la scienza pare essere il nuovo sport del 2021 a cui non vogliamo partecipare. Piuttosto è bene riflettere e tornare di po' indietro nel tempo quando ci ponevamo una delle domande più in voga del 2020: ne usciremo miglior? Francamente, con rammarico, pensiamo proprio di no.


 


 

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