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Cronaca Carapelle

Niente scuolabus da un mese: bambini a casa a Carapelle, alle medie manca il riscaldamento

Dalla ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie il servizio non è stato ripristinato e decine di ragazzini della scuola primaria che vivono nei dintorni rurali della cittadina non possono recarsi a lezione

C’è sconforto a Carapelle perché i bambini delle scuole primarie e quelli della scuola media vivono una situazione di grave disagio. Nel comune dei Cinque Reali Siti, infatti, il servizio scuolabus è terminato il 31 dicembre e non è più stato ripristinato. “Decine di bambini che risiedono nelle campagne limitrofe alla nostra cittadina – dice Umberto Di Michele, portavoce del circolo culturale ‘Il Salto’ – hanno terminato le scuole con le vacanze natalizie e alla ripresa delle lezioni il 7 gennaio non hanno avuto la possibilità di tornare tra i banchi”.

Non essendoci il sindaco, che si è dimesso a novembre, a Carapelle si è insediato un commissario prefettizio, Nicolina Miscia e quindi non è stato indetto il bando per il ripristino del servizio di scuolabus, probabilmente per motivi economici o perché ciò non rappresenterebbe un servizio “ordinario” e quindi non rientrerebbe nella giurisdizione di chi oggi è a capo di Carapelle.

I disagi per gli alunni che vivono in campagna

“Molti bambini sono figli di immigrati o di braccianti agricoli, i primi sprovvisti di mezzi propri, i secondi impossibilitati ad accompagnare i figli a scuola perché impegnati col lavoro nei campi dalle prime luci dell’alba – continua Di Michele – quindi con grande probabilità i loro figli saranno bocciati per il numero di assenze. Il diritto all’istruzione è prioritario e sancito dalla nostra Costituzione e senza servizio scuolabus si creano solo gravi disagi che per questi bambini rappresenteranno un peso per tutta la vita”. Tra i ragazzini esclusi dalla mancanza di un servizio scuolabus ce ne sono alcuni che vivono uno stato di disagio che solo la frequentazione della scuola può colmare. C’è una ragazzina in particolare che è sorda e ha una necessità imprescindibile di socializzare: “Fino alle vacanze estive – sostengono i genitori della bambina – faceva progressi giorno dopo giorno, adesso è rimasta isolata dal mondo”.

La petizione delle mamme

Lo scorso 12 gennaio le mamme dei bambini della scuola primaria hanno depositato in Comune una missiva indirizzata al commissario prefettizio, nella quale chiedono espressamente di ripristinare il servizio scuolabus per non negare ai propri figli una necessità primaria. Ma non sono state ricevute risposte ufficiali.

Le scuole medie senza riscaldamento

Anche le scuole medie di Carapelle vivono un periodo di grande disagio. “Periodicamente i riscaldamenti non funzionano – afferma Di Michele – e i ragazzini sono costretti a rimanere a casa, in un periodo definito ‘critico’ per via dell’imponente ondata di influenza che ha colpito l’Italia”. Le mamme hanno organizzato un sit-in pacifico davanti alla scuola prima ed al Comune poi, affinché chi di competenza provveda al ripristino degli impianti di riscaldamento. Ed è prevista una nuova ondata di freddo che certamente non sarà d’aiuto a chi vive a Carapelle, cittadina in continua crescita demografica e che ha superato i 6700 abitanti.

Qualcosa si muove: gli aggiornamenti

Dopo la protesta, il commento di Umberto Di Michele: "Siamo felici di constatare che, grazie ad una sinergia di forze che ha visto intervenire le mamme, il commissario prefettizio e la dirigente scolastica, il problema dei riscaldamenti a scuola pare aver trovato una soluzione positiva. Siamo contenti e confermiamo la nostra piena fiducia nelle istituzioni. La dirigente scolastica si è dimostrata molto vicina alle esigenze dei ragazzi e si è attivata con grande professionalità, così come siamo certi che farà il commissario prefettizio. Ci teniamo a sottolineare che gli interventi del nostro circolo culturale sono funzionali soltanto all'interesse pubblico, in questo caso degli scolari e dei genitori, dei quali ci siamo fatti portavoce dopo aver ricevuto le segnalazioni. Prima che cittadini impegnati nel sociale, siamo tutti genitori che cercano di rendere la vita dei propri figli e dei loro compagni di studio priva di disagio in un periodo storico di grande incertezza".

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