Donna stroncata dal Covid a 57 anni: "Era una persona unica". Il marito a Casa Sollievo: "Grazie per averla accudita"
La lettera del marito Gaetano Laprocina all'ospedale Caso Sollievo della Sofferenza e il suo ricordo della moglie Natalizia Corvino, stroncata dal Covid il 12 dicembre all'età di 57 anni
Natalizia Corvino, di Vieste, è morta all'età di 57 anni il 12 dicembre presso l'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Il marito Gaetano Laprocina ringrazia il medico Vaira e i sanitari di Casa Sollievo della Sofferenza: "Angeli che hanno accudito il nostro Angelo"
Aveva 57 anni Natalizia Corvino, prima vittima del Covid-19 di Vieste deceduta presso l'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza il 12 dicembre scorso. Donna solare e sempre sorridente, era molto conosciuta nella città del faro.
A pochi giorni dal suo decesso, il marito ed ex comandante della polizia locale, Gartano Laprocina, prende carta e penna e ringrazia il dr Pasquale Vaira, "angelo" dell'ospedale di San Pio.
"Il 22 novembre mia moglie Natalizia veniva trasportata d'urgenza all'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a causa di gravi problemi respiratori. Nell'immediatezza il personale ospedaliero interveniva per recuperare una situazione che non presentava alcuna speranza e alla difficoltà di tenerla in vita si aggiungeva la difficoltà di degenza a causa del sovraccarico di ricoveri nel reparto di Rianimazione.
Prontamente il primario del reparto di 'Anestesia e Rianimazione 1', il dottor Pasquale Vaira, si prodigava con altri medici e personale infermieristico ad assegnarle una sistemazione idonea al fine di garantirle le cure migliori. Dopo giorni di preghiere e speranza, purtroppo, il 12 dicembre la mia amata Natalizia ha lasciato la sua vita terrena.
Era doveroso per me e per la famiglia di mia moglie, esprimere riconoscenza nei confronti di tutto il personale ospedaliero che si è occupato di lei e che ci ha confortati in ogni momento. Non avrei mai pensato di trovare tanta umanità e tanta dedizione.
Grazie di vero cuore per averci trattato delicatamente, per averci sostenuti ma soprattutto per essere stati vicini a lei, eravate gli unici a poterlo fare. Grazie a voi "Angeli" che avete accarezzato ed accudito il nostro "Angelo più bello". L'eco della sua risata avrà già raggiunto il Paradiso e a noi non restano che i ricordi, indelebili, di un animo gentile, di una persona unica"