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Venerdì, 31 Marzo 2023
Cronaca

Svolta sulla morte di Straccia, rivelazioni di un pentito portano alla mafia foggiana: "Scambiato per un'altra persona"

Il giovane 24enne marchigiano scomparso 10 anni fa da Pescara sarebbe stato rapito per sbaglio. Le informazioni in possesso di un collaboratore di giustizia intervistato da 'Chi l'ha visto?' avvalorano la pista di un omicidio consumato in Capitanata

Roberto Straccia, lo studente marchigiano di 24 anni scomparso il 14 dicembre 2011 mentre faceva jogging sul lungomare di Pescara, potrebbe essere stato ucciso in provincia di Foggia dalla mafia che dava la caccia ad una persona che gli somigliava. Le rivelazioni di un collaboratore di giustizia che si è rivolto alla trasmissione Chi l'ha visto?, la trasmissione di Federica Sciarella in onda il mercoledì su Rai3, per riferire all'avvocato della famiglia le informazioni di cui era a conoscenza, confermano la pista che porta dritto in Capitanata, già emersa due anni fa dalle dichiarazioni in carcere di colui che sarebbe stato il vero bersaglio.

"È stato uno scambio di persona", ha detto senza tema di smentita il pentito intervistato da Paola Grauso. "È stato preso - si vocifera che gli sia stata data una botta in testa per stordirlo - legato e portato giù nella Puglia, in provincia di Foggia. È stato tenuto segregato un po' di giorni". Stando alla testimonianza del pentito, quando il boss si è accorto si è accorto dello scambio di persona e che non era Roberto Straccia la vittima predestinata della vendetta, ormai era troppo tardi, perché aveva visto in faccia i suoi rapitori.

"La mafia foggiana non lascia testimoni in giro, quindi è stato deciso di farlo scomparire. Preso, portato al largo da una barca, è stato buttato in mare con qualcosa di pesante che lo tenesse giù. O chi lo ha legato non lo ha ancorato bene oppure potrebbe essere stato un tufo già marcito, che a distanza di 24 ore in acqua si può frantumare e il corpo è risalito a galla". Il 7 gennaio il corpo senza vita di Roberto Straccia è riaffiorato dalle acque di Bari.

"Da quello che si è capito - ha riferito il pentito - non è per una storia di mafia ma per un debito non saldato, traffico di droga, questo che faceva affari era un calabrese, abitava nella zona di Pescara". Secondo le informazioni in possesso del collaboratore di giustizia, la criminalità organizzata del Foggiano si sarebbe rivolta a "gente di Pescara, sempre pregiudicati" per individuare questa persona, "solo che chi ha dato le informazioni le ha date sbagliate".

L'uomo, che ha voluto riferire il racconto prima all'avvocato della famiglia Straccia, Marilena Mecchi, si è detto disponibile ad andare in Procura. Il legale non ha motivo di dubitare della sua versione. Ha sempre pensato che Roberto fosse stato ucciso nei primi giorni di gennaio: "Secondo noi sicuramente non è arrivato via mare da Pescara, come sostiene la Procura ormai da dieci anni, ma è arrivato via terra e si trovava comunque già in Puglia".

L'ipotesi dello scambio di persona era già spuntata pochi giorni dopo la scomparsa del 24enne, il 30 dicembre 2011, dalle intercettazioni di due donne, una delle quali aveva fatto visita in carcere al marito, collaboratore di giustizia allora detenuto a Lanciano, legato alla 'Ndrangheta. L'intercettazione, inviata alla Procura di Pescara, è finita nel fascicolo sulla morte di Roberto Straccia. La famiglia e il suo legale pensano che in quelle ore Roberto fosse ancora vivo.

Il detenuto è stato ascoltato solo l'1 luglio 2019. Ha fatto nome e cognome del boss foggiano con cui era entrato in affari per droga e armi e temeva volesse farlo fuori: "...mi aveva minacciato, di come si chiama quel paesino...vicino Foggia. Questo qui mi aveva messo alle strette, io gli avevo detto che non ero italiano all'inizio.... gli ho detto....sono.... colombiano gli dicevo".  Il presunto assassino non sarebbe stato mai ascoltato.

Ora quelle dichiarazioni sono avvalorate da una nuova testimonianza di un altro pentito. "In dieci anni, dopo che si è brancolato nel buio, per la prima volta abbiamo un nome e un cognome - ha detto l'avvocato Mecchi durante la trasmissione - e io penso che sia doveroso sentire una persona che forse potrebbe dare una svolta al caso".

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