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Francesco Positano è morto schiacciato da un mezzo: 8 militari alla sbarra, la svolta dopo 10 anni di omertà e bugie

Dopo 10 anni di silenzi e bugie, sulla morte di Francesco Positano, il caporal maggiore di Foggia deceduto in Afghanistan, sono stati rinviati a giusizio 8 militari

Era il 23 giugno del 2010, quando il caporal maggiore Francesco Saverio Positano, in missione in Afghanistan, perde la vita in circostanze poco chiare, a pochi chilometri da Herat. Da allora la versione di tutti i presenti era una e sola: Francesco ebbe un malore e, cadendo dal mezzo militare Buffalo, ha battuto la testa ed è morto.

I genitori non credettero mai a questa versione e si rivolsero agli avvocati Annarita Antonetti e Lucia Frazzano del Foro di Foggia le quali, basandosi inizialmente su un solo certificato medico, scritto in inglese e proveniente dall'Afghanistan, hanno intuito che quella morte nascondesse ben altro. 

Il contenuto di quel certificato non poteva riferirsi ad una morte per caduta, riportando la dicitura "dislocazione dei bulbi oculari".

Da lì le richieste delle due avvocatesse foggiane per ricostruire l'accaduto.

Ma per 10 anni la versione dei presenti all'incidente restò la stessa. "Francesco era in piedi su Buffalo e, per un malore, è caduto dal mezzo, battendo la testa al suolo".

Nel frattempo vennero fuori le foto dell'incidente, ma le testimonianze dei commilitoni di Positano erano state già rese.

I segni della caduta dal mezzo, ossia litri di sangue, erano a circa un metro e mezzo di distanza dal mezzo e quindi non riconducibili ad una caduta per malore. Allora cosa accadde?  Sicuramente non una semplice caduta. La causa più plausibile era l'investimento, seppur accidentale, del militare.

Dopo anni di udienze e una archiviazione, arrivano gli esami dei Ris che smentiscono quanto dichiarato per anni dai testimoni: Francesco, con molta probabilità, fu investito dal mezzo militare e, con precisione, dalla ruota anteriore destra, immediatamente lavata (l'unica che risultava ripulita, rispetto alle altre).

È così, dopo un decennio dalla morte del militare foggiano, nel Tribunale di Roma, Piazzale Clodio, il pm Erminio Amelio chiede ed ottiene dal Gup Simona Callegari, i primi rinvii a giudizio per 8 di loro: 2 per omicidio colposo e 6 per falsa informazione a Pubblico Ministero.

Per Rosa Papagna, mamma di Francesco, questo è solo l'inizio, un piccolo spiraglio che le dona un minimo di fiducia che la verità possa essere finalmente stabilita. 

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