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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cerignola

Dieci mesi fa la tragica morte di Pia e Rosario: il drammatico racconto di Andrea

Pia Patruno e Rosario Mancino di Cerignola sono morti il 10 luglio 2021 annegati nelle acque di Baia dei Turchi a Otranto. Oggi l'intitolazione del viale 'San Marco'. La ricostruzione di quei momenti del fidanzato di lei, Andrea Vernile

Sono trascorsi dieci mesi dalla tragica scomparsa di Pia Patruno e Rosario Mancino, i due ragazzi di Cerignola morti annegati l’estate scorsa, il 10 luglio 2021, nelle acque del Salento presso il lido Baia dei Turchi a Otranto, uno specchio di mare dai contorni incantevoli, tra i più suggestivi della Puglia, ma anche tra i più esposti a forti correnti sospinte dal vento di maestrale.

In spiaggia, quella maledetta mattina, con Rosario e Pia c’erano due amici infermieri e Andrea, il fidanzato della volontaria di OltreBabele, verosimilmente scampato alla tragedia per via di una telefonata che avrebbe ritardato il suo ingresso in acqua. “Io, Pia e Rosario avevamo deciso di entrare in acqua, sono però rimasto in spiaggia per via di una telefonata” evidenzia in esclusiva a Foggiatoday il giovane imprenditore di arredi che questa mattina ha partecipato all’intitolazione del circuito podistico alla memoria dei due ragazzi.

Altri quattro componenti della comitiva – arrivata il giorno precedente nell’omonimo resort della zona - si erano recati presso un supermercato del posto per le provviste. I nove ragazzi di Cerignola avevano scelto quella struttura alberghiera per sentirsi più sicuri e approfittare della comodità di poter usufruire degli ombrelloni con sdraio del resort. In tutto quattro, uno per ogni stanza.

E invece qualcosa è andato storto. Per Pia e Rosario, saranno, quelli, gli ultimi istanti di vita. Un salto in acqua fatale. Eppure, sottolinea Andrea su queste colonne, “a Pia l’acqua le arrivava all’ombelico”. Le vittime erano ferme a chiacchierare. “Pia si stava coprendo la faccia con le mani, mentre il mio amico Rosario le stava buttando l’acqua addosso” spiega.

Questa è l’ultima immagine d Andrea prima che il mare risucchiasse i due ragazzi e la corrente, sospinta dal vento, trascinasse i loro corpi dall’altra parte della fascia costiera, oltre uno scoglio, nel tratto di spiaggia libera, a duecento metri dal punto esatto dove si trovava il gruppo di cerignolani.

Non ci sarebbe stato nessun gesto avventato, men che meno una doppia tragedia scaturita da un presunto tentativo di Rosario di salvare la vita a Pia, che invece, al contrario dell’amico, era un’ottima nuotatrice. E’ il fidanzato di lei a confermarlo. 

In pochi istanti, senza che nessuno si sia accorto di nulla, la 26enne e il 29enne sono stati inghiottiti dal mare, apparentemente calmo, almeno nei primi metri. “Appena ho chiuso la seconda chiamata, ho sentito che era successo un incidente” spiega Andrea Vernile.

Saranno gli amici infermieri, giunti nel frattempo sul luogo del ritrovamento dei corpi per prestare i primissimi soccorsi, con un cenno in lontananza, a fargli capire che quei corpi - trovati a riva da un dottore e da una infermiera – appartengono a Pia e Rosario.

Secondo il racconto di quei drammatici istanti forniti a Foggiatoday dal ragazzo di Patruno, in quel momento i bagnini del lido non erano sulla torretta d’avvistamento, ma seduti tra gli ombrelloni. “Non c’erano nemmeno i segnali di pericolo” aggiunge. “Hanno cercato di rianimarli per un’ora” con un solo defibrillatore per tre lidi, peraltro “arrivato in ritardo”, precisa.

Dalla struttura alberghiera non ci sarebbe stato nemmeno un messaggio di condoglianze: è la premessa di Andrea rispetto a un procedimento in corso aperto per far chiarezza sulle eventuali responsabilità dei titolari del lido per la morte dei due cerignolani. Pia e Rosario si sarebbero potuti salvare? “Non saprei cosa risponderti, avevano un solo defibrillatore che hanno utilizzato su una sola persona. Noi avevamo scelto di trascorrere le vacanze in un resort per una maggiore sicurezza. Lamentiamo la mancanza di strumenti di primo soccorso e di personale adatto”, incalza.

Le giovani vittime erano due persone umili, educate, due ragazzi d’altri tempi che pensavano a migliorare Cerignola, la città in cui sono nati e in cui credevano, nonostante le evidenti criticità. Rosario era un ottimo atleta, un ragazzo di sport, Pia ha passato la sua vita a promuovere la cultura. Era fidanzata con Andrea da un anno, un mese e otto giorni: “Era abbastanza da aver deciso quando e come chiederle la mano. Gliela avrei voluta chiedere” riferisce Andrea, con il groppo in gola.

A partire da oggi 14 maggio, a dieci mesi  da quel dannato giorno, il percorso ‘San Marco’ ha un nome, anzi due: ‘Circuito podistico Pia Patruno e Rosario F. Mancino’. ‘L’associazione OltreBabele, alla quale Pia era iscritta, e l’associazione Podistica 'Santo Stefano' a cui Rosario aveva aderito, hanno voluto dedicare anche un monumento in ricordo dei due ragazzi realizzato con il contributo volontario dall’artista e consigliere comunale Maria Rosaria Devito.

"Non è casuale il posto scelto per commemorare Pia e Rosario, perché il percorso podistico nella cittadella scolastica coniuga l'impegno nella cultura di Pia e l'impegno nello sport di Rosario, due ragazzi realmente esemplari" ha detto l'assessore alla Cultura e allo Sport della città ofantina. "La scomparsa di Pia e Rosario ha fortemente turbato le coscienze di tutti i cerignolani, ma ciò che deve restare, oggi, è tutto ciò che Pia e Rosario, nel loro piccolo, avevano iniziato a fare per cambiare in meglio Cerignola" ha aggiunto Rossella Bruno.

Nelle parole del sindaco Francesco Bonito l'abbraccio della città intera per le due giovani vite spezzate anzitempo in una giornata di sole: "Abbiamo inaugurato questo percorso con molta emozione: da padre sono vicino alle famiglie e questo  è stato un modo non solo per far sentire ai familiari l'affetto sincero della nostra comunità, ma anche e soprattutto per tramandare ai più piccoli l'impegno che Pia e Rosario hanno profuso per questa città".

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