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Cronaca

Morte Marco Ferrazzano, slitta l'udienza. Il padre: "Lotterò per lui e per tutte le vittime di bullismo"

C'è un difetto di notifica, slitta udienza preliminare. Sei i giovani indagati per la morte del giovane foggiano, forse spinto al suicidio per le pesanti condotte bullizzanti subite. L'avvocato Di Leo: “E’ un processo importante, dal punto di vista sociale e morale"

C’è un difetto di notifica, slitta a maggio l’udienza preliminare del procedimento relativo alla morte di Marco Ferrazzano, il giovane foggiano forse spinto al suicidio per le pesanti condotte bullizzanti subite.

Sei gli indagati, tutti foggiani di età compresa tra i 21 e i 24 anni. Tra questi, anche Antonio Bernardo e Antonio Pio Tufo, attualmente detenuti e in attesa di giudizio per la  violenta rapina al bar Gocce di Caffè, all’esito della quale fu gravemente ferito il titolare, Francesco Paolo Traiano, deceduto dopo 23 giorni di agonia.

Stante il difetto di notifica per i due indagati attualmente detenuti, il gup del Tribunale di Foggia, Giuseppe Ronzino, non ha potuto fare altro che rinviare l’udienza. Presente in aula, il padre di Marco, Tiziano Ferrazzano, giunto da Verona. L’uomo si costituirà parte civile nel procedimento, insieme ad altri familiari: “Voglio solo giustizia”, spiega il genitore a FoggiaToday al termine dell’udienza. “Mi aspetto che le cose vadano avanti nel modo giusto. Marco poteva essere ancora in vita, invece oggi ci sono solo io qui. E ci sarò sempre, ad ogni udienza, per lottare per lui e per tutte le persone che sono vittime di bullismo”, conclude.

“Questo rinvio era necessario”, puntualizza l’avvocato della famiglia Ferrazzano, Pio Giorgio Di Leo. “Il processo va tenuto scevro da difetti di notifica o altri difetti processuali che potrebbero inficiarne l’esito. Quindi attenderemo il mese di maggio, sperando che la cancelleria metta ordine alle carte e alle notifiche, e ci costituiremo parte civile per chiedere la punizione dei colpevoli”.

“E’ un processo importante, dal punto di vista sociale e morale”, aggiunge. “Il bullismo e il cyber bullismo sono fenomeni esplosivi, soprattutto in seguito al lockdown. I dati sono allarmanti: più del 70% dei ragazzi al di sotto dei 15 anni ha subito atti di bullismo. La condivisione di infamie e soprusi si moltiplica all’infinito sui sociale e le persone che hanno fragilità non sempre riescono a supportare e sopportare queste condotte. Marco (ma non solo lui) ha subito la peggiore conseguenza”, conclude.


 

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