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Venerdì, 19 Aprile 2024

Morte Positano: la verità è vicina grazie alla ricostruzione dei Ris

Dopo 12 anni dalla morte del militare Francesco Positano, che perse la vita in Afghanistan in circostanze poco chiare, si sta facendo chiarezza anche grazie alle ricostruzioni dei Ris. Il caporal maggiore, quindi, non sarebbe affatto caduto dal mezzo ma sarebbe rimasto schiacciato dal 'Buffalo'

Da subito, soprattutto ai genitori Luigi Positano e Rosa Papagna, la dinamica della morte di Francesco Positano era stata nascosta. La versione ufficiale era: Positano sostava sulla parte superiore del mezzo anfibio Buffalo, si sentì male e cadde sbattendo violentemente il capo sul terreno, perdendo la vita sul colpo.

Ma troppe cose non erano chiare. Il cranio di Francesco risultava deformato, il che non poteva mai essere stato provocato da una semplice caduta da circa 2 metri. La distanza tra il mezzo e la macchia di sangue lasciata sul terreno era di circa 2,68 metri, quindi, troppo distante per una semplice caduta da accasciamento.

A quel punto la famiglia del militare volle vederci chiaro e si rivolse ai legali del Foro di Foggia, Lucia Frazzano e Annarita Antonetti, le quali studiarono il caso e posero seri dubbi sulla dinamica raccontata dai commilitoni di Positano.

Dopo 12 anni, il processo per scoprire cosa portò al decesso del militare, è ancora in corso, ma udienza dopo udienza sembra che la verità stia venendo a galla. Il reparto Ris dei Carabinieri ha cercato di ricostruire cosa accadde quel 10 giugno 2010 sulla strada di Shindad.

Il 'Buffalo', dopo una retromarcia per uscire da un terreno, si era fermato perchè presentava qualche problema meccanico. In quel momento Francesco Positano era sulla parte esterna superiore del mezzo. Il Buffalo arrestò la propria marcia, Positano scese e si recò verso la parte anteriore per controllare se ci fosse un'anomalia in direzione della ruota anteriore destra. Si infilò in parte sotto il mezzo, sporgendosi con la testa e posizionandola in una parte stretta della meccanica della ruota. Chi era alla guida del mezzo anfibio, erroneamente, spense il motore per mettere il Buffalo in modalità assestamento, provocando il movimento delle ruote e della carrozzeria. Durante questa manovra, le ruote si addrizzano in avanti e la carrozzeria si abbassa. Questo movimento avrebbe schiacciato il cranio di Francesco uccidendolo sul colpo. 

Tale ipotesi viene avvalorata dalle macchie di olio della meccanica presenti sulla tuta mimetica del giovane. Il processo, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Roma, vede al momento 8 imputati, tutti commilitoni di Francesco, di cui due accusati di omicidio colposo e i restanti per false testimonianze al pm.

Nelle prossime udienze verranno ascoltati i periti e i consulenti di parte civile e del pm.

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