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Camilla, un evento devastante dai contorni crudeli: gli ultimi istanti esanime nell'auto senza un briciolo di umanità

Ieri Foggia si è stretta attorno ai familiari e al compagno di Camilla Di Pumpo in piazza Cesare Battisti, dove c'è stato una fiaccolata e un momento di preghiera per la 25enne deceduta in seguito all'incidente stradale avvenuto la sera del 26 gennaio in via Giacomo Matteotti

Chi ieri sera in piazza Cesare Battisti ha partecipato al momento di preghiera per Camilla Di Pumpo e di riflessione sulle buone pratiche che gran parte dei cittadini sottovalutano o dimenticano di adottare, ma che la tragedia del 26 gennaio ha riportato prepotentemente al centro del dibattito pubblico, ha potuto comprendere e toccare con mano, dalla voce di Mario, la follia - e non il “sacrificio” come qualcuno bonariamente ha definito la morte della 25enne – di un evento drammatico e dai contorni violenti.

Camilla era una ragazza semplice, dal sorriso contagioso. Amava la vita e soprattutto Foggia, la sua città, dalla quale non si sarebbe mai staccata. “Sperava di farsi una famiglia qui. E’ stata una ragazza preparata, brillante, capace, intelligente, si è laureata in pochi anni e aveva preso la strada dell’avvocatura con molto entusiasmo, sognava di diventare un avvocato penalista” ha spiegato l’avvocato Valerio Vinelli.

Purtroppo però quella sera, all’intersezione con via Giovanni Urbano dalla quale proveniva a bordo della sua Fiat Panda rossa, dopo aver trascorso la serata con il suo compagno a guardare in tv il ‘Re Leone’, in via Giacomo Matteotti, alle 23.42, una Audi nera guidata da un ventenne, l'ha travolta a velocità sostenuta non lasciandole scampo. 

Nondimeno, nei secondi successivi al violento urto, si è consumata un'altra tragedia: scesi dall’auto, dopo un sopralluogo lampo sul luogo della tragedia, i quattro occupanti sono tornati indietro fregandosene letteralmente delle condizioni della ragazza. E non è tutto, perchè, mentre Camilla era esanime all'interno della sua auto, un 55enne raccoglieva a terra e infilava in tasca il suo cellulare. E poi ancora, dalla finestra di un balcone un residente riprendeva l’intervento dei soccorritori e il dolore lacerante delle persone care a Camilla. “Dopo un incidente, quattro ragazzi che nemmeno aprono lo sportello per vedere se era viva o era morta, si avvicinano e se ne vanno. Uno che passa e con una ragazza esanime si ruba il telefono e qualcuno dai balconi che fa il video mentre arrivano i soccorsi, mentre io, Michele, Roberta, siamo lì devastati per Camilla. Qualcuno lo pubblica, lo condivide sui social, ma non c’è un briciolo di umanità” (l'intervento completo di Aiezza).

Tutto questo mentre in ospedale, medici e infermieri, per più di un’ora, cercavano in tutti i modi di rianimare la ragazza e di salvarle la vita. Ogni tentativo, disperato, risulterà però vano. La vita di Camilla era stata bruscamente interrotta. “In 30 secondi le hanno distrutto la vita”.

Non è finita qui. Qualche ora dopo un 46enne si recherà in questura per denunciare il ritrovamento del cellulare in piazza Nuova, gli agenti non gli crederanno: il complice ammetterà di trovarsi lì su indicazione del 55enne e per questo verrà denunciato per favoreggiamento. Sempre in questura, un parente del conducente dell’Audi nera, evidentemente nel tentativo di nascondere le responsabilità del ventenne, lo sostituirà alla guida dell’auto. Non farà i conti con le immagini degli istanti successivi al sinistro riprese dalle telecamere di videosorveglianza di un’attività commerciale.

Via Giacomo Matteotti, 26 gennaio 2022 ore 23.42: un evento devastante dai contorni crudeli. 

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