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Cronaca

Truffa all’Inps, impiegati pubblici e avvocati “infedeli”: eseguite quattro misure interdittive

Le Fiamme Gialle del comando provinciale di Foggia hanno eseguito quattro misure interdittive nei confronti di due pubblici impiegati e di due avvocati nell’ambito dell’operazione ‘Malebolge’

Il 9 marzo scorso, nel quadro di complesse indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla locale Procura della Repubblica, finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia hanno eseguito 7 provvedimenti di custodia cautelare in carcere, 17 provvedimenti di custodia cautelare agli arresti domiciliari e il sequestro preventivo, per equivalente, di beni/utilità fino alla concorrenza di 4 milioni di euro,  disposti dal Tribunale di Foggia nei confronti dei componenti di un sodalizio criminoso dedito ad una serie di truffe finalizzate al conseguimento di erogazioni pubbliche ed allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina.

Nel medesimo contesto investigativo, nella giornata odierna le Fiamme Gialle di Foggia hanno dato esecuzione al provvedimento del locale Tribunale – Ufficio G.I.P. - con il quale è stata applicata nei confronti di 4 indagati la misura interdittiva del divieto di svolgere l’attività di pubblico impiegato nei confronti di due soggetti (un dipendente dell’I.N.P.S. ed un assistente sociale), la professione di avvocato presso il Foro di Foggia nei confronti di due legali.

Alla luce delle evidenze investigative acquisite, i pubblici dipendenti ed i professionisti interessati dalle misure interdittive sono risultati stabilmente inseriti nel sodalizio criminoso disarticolato il 9 marzo scorso, per aver posto a disposizione dello stesso le proprie competenze tecnico-giuridiche. I legali, in particolare, hanno assicurato all’organizzazione criminale la propria consulenza tecnico-giuridica per “deviare” gli iter amministrativi di erogazione delle indennità o di regolarizzazione di numerosi soggetti extracomunitari.

TUTTO SULL'OPERAZIONE MALEBOLGE

Per quanto riguarda i dipendenti pubblici, è stato scoperto che l’assistente sociale realizzava documenti falsi essenziali per “retrodatare” la permanenza sul territorio dello Stato di numerosi soggetti extracomunitari in questo modo illecitamente regolarizzati, mentre il dipendente dell’I.N.P.S., abusando del proprio ruolo, metteva a disposizione del nucleo direttivo del sodalizio gli estratti contributivi acquisiti dalle banche dati ufficiali.

Emerge in maniera più evidente come con questa indagine la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza di Foggia abbiano posto sotto lente un fenomeno criminoso “complesso”, sviluppatosi fortemente su questo territorio anche a causa della crisi economica, che ha visto coinvolti, come detto, accanto a delinquenti comuni ed imprenditori,  professionisti e pubblici dipendenti infedeli.

Il contrasto alle frodi nei settori della previdenza, attività di primario interesse per la Guardia di Finanza, è finalizzato a garantire che le risorse pubbliche siano effettivamente destinate al sostegno delle fasce più deboli della collettività, assicurando la crescita produttiva ed occupazionale.

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