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VIDEO | Matteo, il bambino miracolato che rese santo Padre Pio: "Oggi mi occupo dei bambini autistici"

Matteo, nel 2000, aveva 7 anni. Una fredda mattina del 20 gennaio, mentre era a scuola iniziò ad avvertire alcuni malesseri; vennero avvisati i genitori e Matteo venne riportato a casa. Aveva la febbre a 40°. Nel giro di poche ore il malessere aumentò, fu portato in ospedale, a Casa Sollievo della Sofferenza, a San Giovanni Rotondo, e li gli fu diagnosticata una meningite acuta.

La malattia, nel giro di poco, gli devasta l’organismo, compromettendo le funzioni di ben nove organi vitali. Si manifestano segni quali cianosi, edema polmonare e bradicardia. Sono passate solo 24 ore dai primi sintomi: Matteo è in coma, i medici si affannano per recuperare il recuperabile, aumentano i dosaggi farmaceutici fino al tollerabile, finché uno dei dottori che lo stava curando, si smette di affannarsi e desolato dichiara “non c’è più nulla da fare, il bambino non si riprende”.

Negli atti di canonizzazione di padre Pio, si legge  “Il dottor Violi passando in rassegna la fisiopatologia di questa devastante sindrome, ha dimostrato come quando gli organi insufficienti sono in numero superiore a cinque, le varie terapie impiegate risultano inutili, o comunque non hanno mai risolto alcun caso. Non risulta che nella letteratura internazionale ci sia alcun sopravvissuto affetto da tale patologia come quella del piccolo Matteo Pio Colella. Insomma non viene descritta alcuna sopravvivenza, infatti in tal caso la mortalità è del 100 per cento”.

Ma i genitori non si danno per vinti. Devoti da anni di padre Pio, iniziano a pregare al padre con le stimmate, affinché interceda per una guarigione. Vengono coinvolti amici, parenti, compagni di scuola e insegnanti. Addirittura gli infermieri del nosocomio iniziano a pregare per Matteo.

E qualcosa di straordinario accade veramente. Gli organi di Matteo riprendono a funzionare, tant’è che il 31 gennaio, dopo 10 giorni di coma, Matteo si sveglia e per prima cosa chiede un gelato. Le speranze che il piccolo si riprendesse erano già pari a zero, ma seppure fosse accaduto, ci sarebbero stati gravi danni cerebrali e renali. Ma Matteo non mostra nessuno di queste patologie, sembra stare bene. Dopo soli 6 giorni può tranquillamente guardare la tv.

I medici non riescono in alcun modo a dare una spiegazione scientifica a quanto accaduto; e siccome riscontri medico-scientifici non ce ne sono, il Vaticano dichiara che si è trattato di un miracolo che, logicamente, viene attributo a padre Pio. Tutto questo fece proseguire la causa di Santificazione del frate di Pietrelcina.

Oggi Matteo ha 25 anni, vive la sua vita con la consapevolezza che qualcosa di straordinario sia accaduto in quei giorni di malattia, ma vive tutto ciò con serenità e una delle sue priorità sono i bambini autistici con cui fa terapia in acqua.

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