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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Matteo Imbruno cittadino onorario di Pietramontecorvino

Al celebre organista, petraiolo d’origine, sarà conferita la cittadinanza onoraria. Spettacolo di fede e partecipazione per il 124° pellegrinaggio in onore di Sant’Alberto

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

A Matteo Imbruno, il celebre organista nato a Pietramontecorvino 48 anni fa ma al quale lo Stato italiano non riconosce più la cittadinanza italiana, il Comune di Pietramontecorvino conferirà la cittadinanza onoraria.

Sarà il sindaco Rino Lamarucciola, nel corso di una solenne cerimonia che si terrà giovedì 17 maggio alle 16.30 nel Palazzo Ducale, a consegnargli le chiavi della città.

Pietramontecorvino, dunque, si prepara a vivere due giorni dalle emozioni e dai significati molto intensi: domani, mercoledì 16 maggio, i petraioli celebreranno il 124° pellegrinaggio a Montecorvino in onore del patrono Sant’Alberto, poi accoglieranno il loro celebre concittadino.

E’ tutto pronto, intanto, per l’antichissima e spettacolare processione dei palii che si tiene ogni anno il 16 maggio, dal 1889. Il popolo di Sant’Alberto renderà omaggio al patrono del borgo portando la sua statua in mezzo al grano, per sette chilometri, fino ai ruderi dell’antica cattedrale di Montecorvino che fu dimora del vescovo eremita.

Fede e paganesimo, festa e penitenza, il santo e la “sedia del diavolo” com’è chiamata la Torre di Montecorvino: nel pellegrinaggio del 16 maggio si fondono contrasti e complementarietà per dare vita a un evento dai profondi significati. Alle ore 8, da Largo Rosario, saranno in centinaia coloro che s’incammineranno preceduti dai palii addobbati e dalla statua del santo.

Oltre ai petraioli e agli emigranti tornati per l’occasione, alla processione prenderanno parte comitive arrivate dalla Lombardia e da tutta la Puglia.

L’evento che omaggia Sant’Alberto è uno spettacolo di colori e partecipazione. Di buona mattina, dal borgo si mette in cammino una lunga teoria di donne, uomini e bambini. Centinaia di persone sono precedute da enormi palii, i fusti d’albero ‘vestiti’ di fazzoletti variopinti che vengono portati eretti, con la sola forza delle braccia e l’aiuto di lunghe funi.

Per arrivare lassù, ai piedi di un’antica torre che domina sui ruderi di un’antica città e si staglia possente nel cielo, devono camminare in mezzo alla campagna, in un sentiero di terra battuta, attraversando il mare verde dei campi di grano ancora fresco. L’usanza del palio ha origine dalla tradizione pagana come rito propiziatorio della fertilità.

Le donne offrivano al santo i loro fazzoletti per chiedere che il patrono proteggesse i loro uomini. I palii, che oggi raggiungono in alcuni casi i 20 metri, permettevano a chi restava in paese e non poteva partecipare alla processione, di individuare e di seguire la statua di Sant’Alberto a chilometri di distanza. Una tradizione che si rinnova dal 1889 e che ha fatto del 16 maggio il giorno più importante per i petraioli

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