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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Manfredonia

Fu accoltellato dall’amico della sua ex moglie, ma i militari accertano gli atti persecutori: arrestato

Mario Talamo è stato arrestato a Manfredonia. Lo scorso gennaio, durante una lite con Antonio Vecera rimase in fin di vita. Ma le indagini hanno accertato l'aggressione nei confronti di Vescera e gli atti persecutori in barba al divieto di avvicinamento

I Carabinieri di Manfredonia, nello specifico quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia sipontina, hanno tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per atti persecutori, il 54enne Mario Talamo. L’arresto segue a distanza di circa un mese quello del 38enne Antonio Vecera, già arrestato dai Carabinieri di Manfredonia e sottoposto agli arresti domiciliari a Foggia con la grave accusa di tentato omicidio.

I fatti risalgono al 4 gennaio scorso, quando a Manfredonia Vecera, al culmine di un violento litigio, si scagliò contro Talamo, dapprima facendolo rovinare al suolo e, successivamente, colpendolo ripetutamente con calci in varie parti del corpo e, infine, sferrandogli diversi fendenti con un coltello a serramanico al collo, al torace, ad una mano e al volto, provocandogli gravi ferite, in seguito alle quali la vittima finì in prognosi riservata.

Dalle prime attività di indagine messe in atto dai Carabinieri intervenuti immediatamente dopo l’aggressione, era emerso che nei confronti dell’uomo accoltellato, Mario Talamo, era in atto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla moglie per maltrattamenti ed atti persecutori, e che la donna, in pendenza di giudizio nei confronti del marito, si era trasferita presso alcuni amici; nonostante tutto, il marito continuava a seguirla e chiedere informazioni su di lei, come in quel pomeriggio di gennaio, quando la donna si era incontrata con alcuni amici, tra i quali Vecera.

La donna era, infatti, in compagnia di Vecera, quando, dopo aver notato Talamo, decise di cambiare strada. Vecera allungò il passo per salire in auto, ma fu raggiunto da Talamo. A quel punto ne nacque un’accesa discussione, presto degenerata nella succitata lite.

Per i carabinieri ricostruire l’accaduto non è stato semplice, a causa delle contrastanti versioni fornite dai protagonisti. Entrambi gli uomini, infatti, hanno sostenuto di aver agito per legittima difesa. Fondamentali sono risultate alcune immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza presenti in zona, grazie alle quali i Carabinieri erano comunque riusciti a evidenziare le responsabilità di Vecera.

La Procura della Repubblica prima ed il Tribunale successivamente, hanno condiviso quanto rappresentato dagli uomini dell’Arma, rispettivamente richiedendo ed emettendo la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico a carico di Vecera, già eseguita in ottobre. Contestualmente gli inquirenti hanno ritenuto legittima l’esigenza di aggravare la posizione di Talamo, sia per aver aggredito Vecera, in barba al divieto di avvicinamento cui era sottoposto, sia perché aveva dato seguito alle persecuzioni nei confronti della ex moglie, violando così la misura cautelare impostagli dal giudice.

Alla luce del nuovo provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica, i Carabinieri di Manfredonia hanno quindi rintracciato Talamo, sottoponendolo alla più grave misura cautelare degli arresti domiciliari.

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