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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Marcone, donna Libera e antimafia sprona i foggiani: "Partecipate di più"

Trent'anni fa la strage di Capaci e la morte di Giovanni Falcone. Presente e futuro a Foggia, il pensiero di Daniela Marcone

Poco più di trent’anni fa – prima ancora della strage di Capaci – Giovanni Falcone era convinto che la mafia non fosse invincibile, perché – evidenziava - “è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e una fine”. Tuttavia – nonostante gli sforzi compiuti dalla stagione delle stragi ad oggi e gli enormi passi in avanti in termini di attività di contrasto alle organizzazioni criminali – a trent’anni dall’attentato che costò la vita al magistrato palermitano, a sua moglie Francesca Morvillo e a tre uomini della scorta – la battaglia è tutt’altro che archiviata; men che meno a Foggia, terra della ‘Quarta Mafia’, “nemico numero uno dello Stato” secondo Cafiero De Raho.

Daniela Marcone - vicepresidente nazionale di Libera e figlia del direttore dell’ufficio del registro delle Entrate ucciso il 31 marzo 1995 per aver denunciato un giro di illeciti amministrativi - prova ad indicare la rotta perché la città capoluogo di provincia si trasformi in una terra felice e si liberi dai tentacoli e dalla spregiudicatezza delle mafie, che a suo parere saranno sconfitte soltanto "quando ci sarà maggiore consapevolezza a tutti i livelli”.

A partire dalle scelte che faranno i foggiani nel segreto delle urne alle ‘Amministrative’ in programma l’anno prossimo dopo la fase di commissariamento successiva allo scioglimento del Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose (il quinto provvedimento in Capitanata dopo quelli di Monte Sant’Angelo, Mattinata, Manfredonia e Cerignola).

Cionondimeno, a Daniela Marcone non sfuggono la confusione che regna in città, la difficoltà a costruire una rete tra le varie realtà e tutta una serie di iniziative già finalizzate - con largo anticipo - alla conquista delle redini di Foggia. “Io mi raccomando sempre con la mia città, costruiamo i programmi e una soluzione possibile di cambiamento chiunque sarà il candidato. Poi, questa volta, bisogna che tutti si occupino di politica”. In tal senso, Marcone sposa il pensiero attribuito a Paolo Borsellino: “Lui diceva che la vera azione antimafia si fa nella cabina elettorale, è un vero e proprio strumento antimafia. E aveva ragione”.

Rispetto invece alle voci che la vedrebbero in cima ai desideri dei foggiani, la paladina dell'antimafia né conferma, né smentisce un suo interessamento. “Non ci sto proprio pensando. Bisogna fare parecchi passi prima di dire chi si dovrà candidare. Foggia ha bisogno di idee, condivisioni e di persone che costruiscano un percorso convincente” aggiunge. Più o meno come fa da alcuni anni il presidio cittadino di Libera nel suo percorso ad ostacoli cominciato il 1° aprile 2019. “Notiamo che la partecipazione in questi momenti di costruzione delle nostre idee è molto limitata”.

Da qui l’appello a discutere “di quello che possiamo fare per la nostra città”, prosegue Marcone, che prova ad interpretare l'ultima strigliata alla società civile del procuratore della Repubblica di Foggia, convinta che del fatto che Ludovico Vaccaro si riferisse a tutte le componenti della comunità. "Società civile vuol dire tutti i mondi, economici e sociali, che effettivamente devono ritenere che l’impegno contro le mafie appartiene a tutti. Sono d’accordo con lui”.

La riflessione della referente nazionale di Libera tiene conto anche del gravissimo fenomeno – “ritenuto quasi normale” – della corruzione. “Le mafie sono andate avanti perché sono state accolte” dice. Il riferimento è alle infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni e ad alcuni pezzi dello Stato che hanno fatto affari con i criminali.

Secondo Marcone, quindi, occorre riaprire una riflessione sul concetto di legalità e su quanto il tempo di oggi ci chiami alla corresponsabilità. Da qui l'invito a discuterne presso Libera: “Il nostro percorso è aperto alla riflessione di tutti. Siamo aperti a chi ci rivolge ipotesi costruttive di cambiamento. Insieme possiamo stabilire una direzione tenendo presente le peculiarità della nostra realtà, composta da volontari puri che mettono a disposizione piccoli pezzi del loro tempo per un impegno così gravoso come quello antimafia”.

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